mercoledì 29 giugno 2016

WEEKEND A LONDRA




E' una foto fatta qualche anno dopo (ma è così carina...)

Weekend a Londra: Detto, fatto! Veloce, veloce. Volo Ryanair che parte dall’aeroporto della mia città (così impara la Transavia che aveva un volo molto più costoso per Amsterdam che era la mia prima intenzione).

No, stavolta voglio fare tutto da sola. Come si prenota un volo Ryanair? Ma c’è Internet! Ecco le istruzioni http://www.informagiovani-italia.com/come_prenotare_volo_ryanair.htm. Fatto.

Dal 7°giorno  a due ore  prima della partenza bisogna fare il check- in on line.

Nessuna preoccupazione anche qua ecco l’aiuto: http://www.viaggiaregratis.eu/compagnie-aeree-low-cost/check-in-online-ryanair. Ragazzi ce l’ho fatta!

E adesso? L’hotel naturalmente. Lo voglio in una zona vicino al centro (1 o 2). Lo voglio un po’ accogliente (e qua mi guardo le recensioni dei viaggiatori Tripadvisor e altre).

Lo voglio anche non troppo costoso!

Mi sfoglio booking.com. Apex city in offerta (235 sterline una doppia   per 2 notti) Tra i consigliatissimi. Colazione a 13 sterline che poi con le tasse viene un po’ di più.

Che faccio? Magari la colazione  la prendo un giorno solo visto che l’altro sono un po’ di corsa per la partenza…O.K. aggiudicato!

Mezzi, devo cercare i mezzi di trasporto: Stansted- centro di Londra (Liverpool Street). Che dice il mondo di Internet? C’è il treno, più costoso, 23 sterline credo?!  Ci mette 45 minuti. C’è il bus 14 sterline ricredo?! Ma ci mette anche un’ora e mezza e io ho un weekend mordi e fuggi. E allora compro il biglietto del treno in aereo.

Visite… dunque a Londra ci sono già stata tanti anni fa e mi ero persa il museo delle cere di Madame Tussaud’s. Stavolta ci devo andare!

Si consiglia la prenotazione dicono gli amici del web. E allora bando ai timori di usare la carta di credito on line e mi lancio: https://secure.madametussauds.com/webapp/wcs/stores/servlet/ProductDisplay?langId=-1&catalogId=14552&storeId=10661&productId=4211000015&altEntryPoint=&visitDate=
 
 E poi, lo confesso, c’è una cosa che mi ero ripromessa di fare in questo ritorno. Un afternoon tea inglese- inglese con tramezzini, pastine, tartine, poltroncine in stile  e camerieri col fifì.
Guida alla mano (Routard), che dice? Il tè migliore si prende da Fortnum & Mason (prezzo da capogiro!!) Ma una volta nella vita…

 


Fortnum & Mason

Biglietti della metro? Che tipo?

Questo, che diamine a domanda risposta: one day travel card. (7-8 £.)

Allora si parte. Volo praticamente regolare (10 minuti di ritardo) Dimenticavo, bagaglio a mano. Ce l’hanno tutti. Un trolley morbido di quelli piccoli è l’ideale.

Arrivo O.k. Anche in questo aeroporto si cammina un sacco per uscire, si segue l’indicazione train e si scende all’uscita sulla sinistra per prendere il Stansted Express. Arrivo alla terza fermata, 45 minuti.

Mi sono stampata le indicazioni dell’hotel che dice di trovarsi a sei minuti a piedi da Liverpol Street. Forse sono un po’ di più.

L’hotel è nella City vicino alla Torre di Londra e al Tower bridge. In una piazzetta tranquilla.

E’ venerdì pomeriggio e gli impiegati degli uffici affollano i locali tutti “in tiro” per un aperitivo serale. Sono elegantissimi! Le donne tutte con i cappottini. Calze nere.  Tacchi.

Io col piumino montcler…

All’hotel sono gentili. Alla reception c’è anche personale italiano.

In stanza ci prendiamo un tè: c’è il bollitore e i biscotti.

Quindi fuori verso la torre di Londra fredda e illuminata e il Tower bridge.



TheTower Bridge


Tenera pista di pattinaggio sul ghiaccio ai piedi della torre quindi saliamo il ponte, bello bianco, ripulito dallo smog. Cavolo, è spettacolare la linea dei palazzi della City che si vedono lungo il Tamigi.

 


Da una parte un orizzonte più rosso. Dall’altra più luci.
 
Il mattino dopo:  colazione, buona, metro (a 2 passi fermata Tower hill) e andiamo a vedere la Westminster Abbey dove si sono sposati i reali e dove sono stati anche sepolti fino al 1760.

E poi via verso Baker Street, al museo delle cere. Ci fanno entrare anche se l’orario indicato sulla prenotazione è una mezz’ora più tardi (ma non c’è molta gente).

E’ affollata solo la prima sala, quella dei divi del cinema, tutti si fanno le foto e naturalmente anch’io.

Ma sapete che carino è il  figlio di Diana, quello con i capelli rossi?! Tutte le ragazze vogliono farsi fare la foto con la sua statua.

Usciamo nel primo pomeriggio e andiamo al 4° piano del Fortnum & Mason per il tè.

Il palazzo con la facciata a decori verdi con il famoso orologio è uno scintillio di vetri. Dentro un sacco di gente, dolci, cristalli e lampadari.

 

Il tè è una cerimonia. Ce lo gustiamo proprio mentre un pianista completa l’atmosfera.

La sera, guida alla mano, ancora verso il ponte per un locale consigliato. Il locale non lo troviamo ma in compenso scopriamo una zona di Londra suggestiva lungo le sponde del Tamigi (Doksland) piena di ristorantini, passerelle sull’acqua, e  luci che vi si riflettono.

Saint Katharine Docks
 

L’indomani partenza, ciao Londra, viaggio finito.

Che dire: che alla sera nella zona del ponte ho visto gruppi di inglesi felici, con coroncine natalizie in testa. Ho sentito cori uscire dai pub. Ho visto gruppi di amici pieni di voglia di divertirsi. Forse la crisi c’è anche là. Forse gli inglesi hanno un altro carattere. Forse lo stereotipo dell’italiano sempre sorridente è finito. Certo che mi sarebbe piaciuto restare là. Poi non so.

Ciao.

Viaggio effettuato a dicembre 2010

domenica 26 giugno 2016

IL SUCCESSO DI CLIO MAKEUP










Cliomakeup deve il suo successo principalmente alla sua personalità. Ci piace. Vi siete chieste perché l’abbiamo seguita? Perché abbiamo aspettato ogni suo video con impazienza?
Lei è stata la prima, d’accordo, qui in Italia a fare tutorial di trucco. Ha aperto una porta a cui bussavano tante persone.
Io l’ho seguita dal suo primo video, ho comprato il fard Fun & Games di Mac e la palette di ombretti Incognito di Dior che uso ancora adesso.

Fun&Games - Mac
 

Palette Incognito - Dior


 Non ho mai pensato che fosse la migliore. E non me lo sono nemmeno chiesto.
Prima dei suoi video avevo frequentato un corso serale  di trucco nella mia città.
Lei ha aggiunto  dettagli e un insieme, alle  conoscenze che avevo. E nel mio caso, l’insegnamento tramite computer, in solitaria, è stato importante.
 Non mi è  mai piaciuto imparare da chi ostenta troppa sicurezza e si atteggia. Clio non lo faceva e non lo fa: è una come te.
Il suo messaggio era: “ Guarda, ho provato, e si può fare così”
Ci ha conquistato certamente con l’empatia e con l’equilibrio.
Con il suo timore di  farci spendere troppo. I prodotti che usava nominati con difficoltà. E noi a spulciare nel suo primo forum, a rubarci informazioni.
Io avevo fatto una cartella nei preferiti del pc con tutti i tutorial che mi piacevano (che poi erano quelli meno appariscenti).
Trucco semplice, il mio trucco preferito, quello che il fard diventava ombretto.
Ho seguito altre ragazze carine che facevano tutorial in altri settori ma ho notato che dopo un po’ di notorietà lasciavano trasparire una leggera comprensibile supponenza. Cosa che in Clio non ho mai notato.
Si avvicina sempre a tutti, il suo pubblico compreso, con umiltà. Cautela.
E’ una qualità. Beato chi ce l’ha.
Dunque sono convinta che al di là della professionalità, Clio conquisti per lei, per la sua personalità.
Ci sono prodotti consigliati da lei che ho comprato e che per me non andavano proprio. Uno fra tutti il blush in crema Rush della Urban Decay.  Mi faceva effetto couperose anche se non la avevo, anche se lo sfumavo bene e ne mettevo poco. Alla fine l’ho regalato.
Guardo Clio perché dietro di lei c’è una storia. Perché guardiamo le cose belle. Perché ci rilassiamo come quando passeggiamo in mezzo alle montagne. Che fanno parte della terra da cui proviene.

Nevegal - Belluno



giovedì 23 giugno 2016

FLORIDA? MA ANCHE NO

Miami Beach.

        Non siamo turisti alle prime armi, proprio no.  Un po’ per l’età, un po’ perché amando i viaggi,  di paesi ne abbiamo visti tanti. E parlo di Messico, Cina, Vietnam, California,  Perù . Perfino la Siria che al solo  pensiero di quello che è  successo a  Palmira mi viene il magone.
Abbiamo viaggiato con tour organizzati e col fai da te. Prenotando voli, alberghi, auto. Un viaggio parte da un’immagine, uno spostare se stessi  nel luogo. Vedere in anteprima quello che sarà. A volte il viaggio non delude, (anche se non è  mai come l’avevamo immaginato) a volte, come in questo caso, lascia l’amaro in bocca.
Perché il viaggio, quello che ti eri costruito è ancora là. E stenti a credere che sia andata proprio così, magari è solo l’effetto del jet  lag.
Dico  sempre che per fare un bel viaggio bisogna studiare e non è un modo di dire. Studiare l’itinerario, il periodo, il volo, le pratiche burocratiche, le usanze. Le cose particolari da vedere, gli inghippi da evitare. I cibi da provare e dove assaggiarli. Posti romantici, caratteristici, stravaganti. Immancabili.
Per questo tour in Florida ho comprato due guide: una della Routard (in francese perché in italiano non c’è l’edizione aggiornata)  e una della Mondadori.



Mi sono iscritta a due forum che trattano di viaggi  in USA. Ho letto diari  di persone che avevano fatto il viaggio prima di me e  ho girato il web a più non posso. Facendo una specie di collage. Stampando percorsi degli autobus, cartine di spiagge da raggiungere, escursioni da fare. Hotel con un buon punteggio.
Tutti, al ritorno da un viaggio raccontano  delle cose belle che hanno visto. Io vorrei dare delle indicazioni. Quelle  che da accanita ricercatrice,  non sono riuscita ad avere e che  conoscerle rende il viaggio più facile.
Dunque, cominciamo dal volo.
US Airways con scalo a Philadelphia , ne avevo letto un gran male.  Invece l’aereo è più che buono: c’è lo schermo per i film in ogni sedile e file laterali da due posti, comode per chi è in coppia.
Attenzione, le procedure di transito sono visibili sullo schermo solo accedendo  ad una opzione particolare. Guardatele: sono utili, perché transitare a Philadelphia è impegnativo.
L’unica curiosità del volo sono gli assistenti la cui  età  sembrava dai 60 anni in su.
Appena scesi a Philadelphia si va agli sportelli dell’immigrazione,  per i visitatori non c’è proprio coda. Se siete in due e uno non sa l’inglese andateci insieme. Preferiscono così in quanto sono molto diffidenti  e se dici:” Scusi, non so l’inglese” per loro è inammissibile. Un po’ ti prendono in giro come è capitato a noi, un po’ continuano a farti ulteriori domande e finisce come un gatto che si morde la coda.
Dopo l’immigrazione c’è il ritiro bagagli,  comincia il transito e si  consegna il foglio  per la dogana compilato in aereo,  poi bisogna lasciare i bagagli nell’apposito nastro trasportare (ce n’è più d’uno con differenti destinazioni  e sono tutti  vicini) sperando che la valigia imbocchi la strada giusta.
Poi c’è  il controllo e qui veramente c’è coda; verificano  i passaporti, i bagagli a mano e persino fanno dei test a campione sulle mani per vedere se ci sono residui di polvere da sparo. Fatto questo si va al gate per Miami e le difficoltà del volo di andata sono finite.
Hotel, noi abbiamo prenotato il Mondrian, l’unico hotel di South Beach con vista baia.


Mondrian hotel

Già il fatto che nei mesi precedenti abbia cercato invano un loro indirizzo e-mail confermava  che questo hotel amasse poco il contatto diretto con i clienti.
Ho scritto sul form del loro sito e mi è stato risposto di telefonare. Come se fosse facile, col mio inglese!
Per questo albergo ci sono prezzi differenti nel web.  E ci sono room, studio, suite. Alla fine visto che volevo informazioni precise mi sono rivolta ad una agenzia di viaggi. Ma mettersi in contatto con l’albergo è stato impossibile anche per loro. Ho prenotato una stanza ad un prezzo alto senza la colazione che però sembrava avere le  caratteristiche richieste.
L’albergo e tutto il personale è giovane e rivolto ad una clientela giovane. Molto indifferenti e un po’ scocciati. Nessuna politica di andare incontro al cliente. Carta di credito. Deposito cauzionale di 150 dollari al giorno   che ti restituiscono dopo un mese + 20 per i servizi (che si tengono). Ma bisogna riconoscere che te lo dicono al momento della prenotazione. Poi,  c’è il divano letto da preparare? Ti danno un lenzuolo sfrangiato, una coperta e te lo devi fare.
Qui la colazione non l’abbiamo mai presa. Sembra che come ti muovi ci sia da pagare.
Al check out non ci mostrano il conto e ci dicono di andare.  Poi il folio, come lo chiamano loro, lo ricevi on line. C’ è anche un addebito di 13 euro su cui ho chiesto spiegazioni e  non ho mai avuto risposta.
In USA funziona così, tu dai la carta di credito e loro si tengono tutto sulla prima strisciata, senza farti firmare.
L’albergo merita  solo ed esclusivamente per la vista baia, che è bellissima soprattutto al tramonto e verso sera.


Veduta dall'hotel

Trasporti:
Noi abbiamo sempre girato con il South Local Beach, un autobus locale il cui costo( 0,25) è conveniente. Metti i soldi in un contenitore vicino al conducente.
Per andare a Downtown prendi un altro autobus che accetta anche banconote e le devi infilare in una macchinetta simile al bancomat.


Auto a noleggio:
Ci siamo rivolti alla Budget sulla medesima strada. 200 metri di distanza.
Per l’auto avevo fatto ricerche sulla giungla delle assicurazioni. Anche perché quello che c’è scritto sul sito on line delle agenzie non corrisponde all’assicurazione che avrai veramente. A volte a tuo favore. Nel senso che credi di essere assicurato solo per la Collision e invece sei assicurato anche per il furto. Non c’è scritto che hai l’abbattimento della franchigia e invece ce l’hai. Generalmente se non ti addebitano nessun deposito cauzionale vuol dire che hai l’azzeramento della franchigia. Il sun pass (come il nostro telepass) ti viene caricato solo per le volte che entri in autostrada.
A noi hanno chiesto se volevamo una integrazione per il recupero con carro attrezzi.
Poi ci hanno consegnato le chiavi e il codice di uscita dal parcheggio composto anche da un asterisco che noi abbiamo scambiato per un riferimento. Mannaggia, come si dice asterisco in inglese?
Miami è trafficata, tanto. Dirigendosi verso le Keys c’è una coda di circa  trenta  chilometri tutto attorno alla città. E continui semafori che non sono di fianco al punto di arresto. Ma frontali, alti, al di là dell’incrocio.


Tappe:

Sarà per l’età, sarà per esperienze precedenti siamo dell’idea che meno alberghi si cambiano meglio è.
Conviene fare andata e ritorno in giornata per visitare luoghi ma tornare a dormire in un posto che conosci senza dover riaprire le valigie.
Noi abbiamo fatto tre notti a Marathon (scelta azzeccata), se tornassi indietro mi fermerei una notte in più.

Seascape Motel & Marina

Abbiamo dormito al Seascape Motel e Marina. Ottimo per la posizione e la gentilezza dei gestori. Peccato non ci sia  la colazione.
Un altro consiglio: nei tour dormire in un posto in cui puoi prendere la colazione è decisamente più rilassante. Ritmi più vacanzieri. Se no già di mattina ti affanni a cercare, a ordinare, a farti capire. A pagare che è tutt’altro che facile (la prima volta) perché è tutto digitale. Mancia compresa. Devi scegliere in una schermata di importi e percentuali. E non capisci se è una tassa o una mancia quella che devi pagare.
Alla fine confidi nella clemenza dei gestori. (non sempre ce l’hai)
A Marathon siamo stati bene anche per le cene.
Guide alla mano abbiamo cenato una prima sera al Porky’s Bayside  con accompagnamento dal vivo di musica folk, la seconda e terza sera al Keys Fisheries,  un posto particolare: ordini al banco, dai il nome. Ti accomodi sui tavoli in riva all’acqua con il tramonto che fa da sfondo. E quando chiamano il tuo nome vai a ritirare il cibo. Allo sportello c’è Ivana, una ragazza gentile (il che non è poco). Qui conviene prendere gli stone crabs o aragoste. Magari specificate senza salse (tendono a metterle dappertutto)


Key Fisherie

Marathon ha due belle spiagge: Sombrero beach , tropicale. Da fermarsi tranquilli almeno una mezza giornata e il parco dove abbiamo fatto snorkelling, il Bahia Honda State park.
Qui abbiamo fatto  una brutta esperienza: al momento della consegna di  maschera e  pinne
non abbiamo capito  alcune domande relative alle misure ecc.;  il capo escursione si è arrabbiato e ci ha detto che se non capivamo l’inglese avremmo dovuto starcene a casa. Perché (parole sue) l’inglese salva la vita.


Sombrero Beach
 
Lui non sapeva che sappiamo nuotare bene, che abbiamo fatto snorkelling in posti ben più difficili, però certo non è stato gentile!

Bahia Honda State Park

Gli americani (almeno quelli della Florida) non concepiscono il viaggio “per curiosità e voglia di conoscere” come lo concepiamo noi.
Hanno già tanto turismo interno  e vedere due italiani non più giovanissimi che si arrabattano nelle arrampicate di un viaggio fai da te li fa innervosire. Come quando  un bambino  pretende di guidare un’auto di formula 1.
In realtà l’escursione era veramente per principianti; abbiamo avuto nelle orecchie per tutto il viaggio le grida  del tipo antipatico che  sbraitava misure di salvataggio, e ordini su come indossare giubbini di galleggiamento. E  noi a cercare di capire il più possibile  per non essere ancora ripresi. Mah!
L’acqua in compenso era calda. Il fondale marino niente di che.
Il secondo giorno siamo stati in giornata a Key West .  La strada per arrivarci è  panoramica.



Key West

Key West è molto turistica, molto stile New Orleans (non ci siamo mai stati ma è così che si vede nei  film), molto tropicale, molto calda.
Dopo la calma di Marathon, un po’ disorienta. Ma decantata l’esperienza mi rendo conto che è un posto da vedere.
Noi abbiamo posteggiato l’auto seguendo la guida Routard che parlava di una navetta che dal posteggio avrebbe portato  in centro. Anche per il biglietto del park è necessaria la carta di credito.
Non sapendo dove fosse la fermata della navetta abbiamo chiesto indicazioni all’autista di un city tour bus. Lui si è offerto di  portarci in centro al costo di un dollaro a persona. Ci siamo fidati, siamo saliti.
Dopo due fermate (non sapevamo di essere così vicini) ci ha fatto scendere e ci ha fatto scortare da un collega (lui è sparito) al bureau dove ci hanno chiesto 40 dollari perché a sentir loro avevamo usufruito del tour. Abbiamo protestato, ci siamo arrabbiati, nel farfuglio del nostro pessimo inglese. Alla fine abbiamo pagato 30 dollari e ci siamo fatti una ragione  di essere stati fregati.
La quarta notte abbiamo dormito a Florida City per visitare le Everglades e  fare un po’ di shopping al Prime outlet.
Albergo scelto e prenotato tramite una agenzia on line (Hotel Travelodge).
Alla reception (registration) abbiamo incontrato la persona più gentile di  tutto il viaggio. Disponibile a venirci incontro in ogni cosa, a consigliarci dove cenare. Ascoltatela. Le sue indicazioni sono più che buone.
Questo è stato  l’unico albergo del viaggio in cui  la colazione era compresa. Buona, anche con la piastra per  i waffles.


Tours

Noi avevamo programmato il tour in airboat alla Alligator farm e il circuito a piedi Aninga trail.
Alligator Farm

Il tour in airboat ci ha deluso, corto, turistico. Una attrazione da Gardaland. Per non parlare dello zoo  dove strazia vedere un’aquila rinchiusa in un capanno.
Per strada ci siamo fermati dal mitico “Robert is here”  ad assaggiare i milkshake. Buoni  ma prendetene uno in due. Perché sono enormi e tutto quel latte può disturbare.




Aninga trail

 Il percorso a piedi merita, tanti alligatori in un ambiente naturale. Emozionante.
Ci sono tanti tour in airboat anche lungo la Tumiani,  la strada che taglia la Florida e va verso la costa ovest. Magari quelli sono migliori. Ultima tappa l’isola di Sanibel, sul golfo del Messico.
Perché Sanibel?
Col senno del poi direi che è stato uno sbaglio. Ma come dicevo all’inizio nella programmazione di un viaggio conta l’immaginario che si compone dopo aver raccolto dati, viste immagini, letto guide.
Cercavamo le più belle spiagge della Florida meridionale e Sanibel  famosa per la  sabbia bianca di conchiglie, per le immagine dei raccoglitori  e i capelli al vento dei turisti in bicicletta, sembrava la giusta conclusione prima  del ritorno.
Quello che non sapevamo è che Sanibel è un’ isola per ricchi, molti hanno la seconda villa. E’ più grande di quello che si può immaginare e nei weekend è strapiena.
L’hotel prenotato non era fra quelli consigliati dalle guide, aveva solo un discreto punteggio on line.
Il West Wind hotel è poco più di un motel. Che si vuole dare più prestigio di quello che merita. Alla reception solita strisciata alla carta di credito. Avevamo  già dato un acconto al momento della prenotazione. Solo  non ci risultava  che anche qui si trattenessero un depostito cauzionale. 300 euro per due notti. Pazienza. Allarme quando il gestore telefonico ci messaggia che l’albergo si è trattenuto il deposito cauzionale quattro volte. Al bureau dicono che c’è stato un errore. Rimedieranno a breve.

West Wind Hotel
Naturalmente non rimediano, non si può fare.  Dopo un mese dal rientro riavremo i nostri soldi. Però la vacanza è rovinata. Nemmeno una scusa. E se avessimo dovuto continuare il viaggio? La carta di credito ha un limite, 1200 euro tolti in un botto  possono creare problemi.  Ci rilasciano uno scritto da consegnare alla nostra banca per accelerare le procedure di sblocco. Inutile. Anche qui al check out non ci fanno   firmare il saldo. Ma sapevamo già che poi l’addebito sarebbe arrivato on line.
Che dire, magari una colazione offerta per la vacanza rovinata ci sarebbe stata.
Sanibel ha una bella spiaggia con conchiglie e tanti uccelli sul bagnasciuga e l’acqua è calda. Però è ben lontana da quel luogo naturalistico con poca gente che mi ero immaginata.
Poi l’episodio dell’albergo ha condizionato la vacanza .


Sanibel

Nell’isola abbiamo cenato da Melissa, molto chic, e al Sandbar  dove abbiamo pagato ma siamo stati bene.
Per il ritorno ricordatevi che con la US Airways bisogna fare il chech in on line o in aereoporto nelle apposite macchinette dove si mette il codice di prenotazione e il passaporto. Non lo fanno ai banchi come all’andata.
Che dire di questa vacanza?
Mettendo a confronto la fatica del viaggio e i posti che abbiamo visto direi che il gioco non vale la candela.
12 ore di volo possono essere sfruttate per andare in luoghi più belli. Ma capisco che è soggettivo.
In questo viaggio ci siamo sentiti un po’ dappertutto di essere un disturbo:  nei bar, negli alberghi, negli stores. Sarà per il nostro pessimo inglese. Sarà che la Florida è la patria degli americani ricchi e non hanno bisogno di turisti stranieri.
Magari è più fortunato  chi va  a nord per vedere il parco giochi di Orlando con i bambini…


Viaggio effettuato a maggio 2015