martedì 23 ottobre 2018

MOSCA E SAN PIETROBURGO







Mosca - Piazza Rossa
Questo è il resoconto di un viaggio fatto tra Mosca e San Pietroburgo nel 2003.
Ovviamente la situazione politica è cambiata. Di allora ricordo una grande libertà di esprimersi della gente. Il bisogno di respirare a grandi boccate una libertà appena raggiunta.
Lo pubblico come stava, scritto al ritorno nell'agosto del 2003.


   Di solito siamo turisti “fai da te”, ma in questo caso, spaventati dalla lingua, dalla scrittura cirillica e da alcune guide consultate ci siamo aggregati ad un viaggio organizzato di una settimana tra le due città principali con il T.O.  Metamondo  ripromettendoci di dedicare le giornate libere del tour a vagabondare per conto nostro.
Siamo partiti da Verona con una levataccia per  poter fare il tour che sostava una giornata in più a S. Pietroburgo in quanto da tante parti ci era giunta voce delle bellezze di questa città.
Mosca ci ha accolto sotto una pioggia sferzante, con una temperatura di 15 gradi quando in Italia ce  n’erano 35.
Guardando gli altri turisti arrivati con noi ci siamo accorti che la Russia è meta di un turismo anziano, sottovalutando lo stress e la fatica che si devono sopportare per superare i laboriosi controlli, e conseguenti code a cui vengono sottoposte le persone in un aeroporto russo. Questo non è da sottovalutare nel caso di viaggiatori con qualche problema di salute e poco abituati a muoversi.


Mosca - Aeroporto


Questi tour fanno capo ad alberghi che io scherzosamente ho chiamato “obbrobri del periodo sovietico” cioè costruiti nei 70 anni del passato regime.
Si tratta di alberghi destinati ad essere abbattuti con l’avvento del capitalismo. Troppo mastodontici, troppo dimostrativi: a Mosca ne stanno abbattendo uno adesso. Per la sua costruzione erano state demolite 12 chiese e veniva ironicamente chiamato: la tomba del turista ignoto.
Qualche chiesa verrà ricostruita  ci hanno detto, male, dico io, come la cattedrale  di S. Salvatore. E temo che niente potrà essere più come l’originale. Questo scempio della cultura è forse uno dei rammarichi che  si trascineranno per sempre i regimi  comunisti.




MOSCA:


Belle, alte ragazze dallo sguardo altero vestite alla moda.
Giovani uomini con l’espressione da duro.
Cupole  a cipolla dorate che svettano sopra i tetti, abbinate al blu e al verde: incantevoli.
La Piazza Rossa: non puoi fare a meno di immaginartela con la neve. Bellissima.
La cattedrale di S. Basilio restaurata esternamente come una scenografia di Euro Disney: ma non ci sono i bravi restauratori?
Il Cremlino e l’incanto delle sue chiese.
Le stazioni della metropolitana: stupefacenti!
E poi?
E poi le vecchine che tengono in ordine i gabinetti pubblici  per arrotondare la irrisoria pensione.
I cani stesi proprio davanti la porta di entrata delle metropolitane.
Gli adolescenti nei parchi, tutti con una bottiglietta di birra in mano.
I bambini che non ci sono perché sono tutti ma proprio tutti in colonia sul mar Nero.
L’entusiasmo di una ragazza che nei suoi discorsi ci dice che per loro, i giovani, adesso è molto meglio. E nella sua tranquillità di poter dichiararsi e parlare ci dice che qui  la libertà, almeno quella di espressione, sicuramente è arrivata.
E ancora?
Le donne che si sono date molto da fare per spiegarci la strada per arrivare al mercato di ImajlovIzo.
La proprietaria di una bancarella che mi ha indicato quale matrioska comprare tra quelle che vendeva. E non era una questione di prezzo: era una questione di gusto! Il più bell’oggetto che abbia portato a casa.
L’inglese così poco parlato e tanto indispensabile per poter comunicare  in un paese che vuole allinearsi all’occidente.
La squisita zuppa di zucca  mangiata al ristorante raggiunto con la tortuosità di una caccia al tesoro.





Mosca - Un matrimonio
 


 

S. PIETROBURGO:


Per noi un po’ una delusione. Ma è solo una nostra personale  impressione.
I canali sono grandi e sembrano fiumi.
I palazzi sono senz’altro imponenti ma a noi hanno dato l’idea di mancare di “tempo antico” di radici lontane.
La ragazza che ci accompagna dice che in Russia manca l’industria tessile e quella dei latticini. Noi vorremmo aggiungere che manca anche la tecnica del restauro perché  questi colori pastello squillanti dei palazzi  tolgono fascino e atmosfera. Una cosa bella da vedere ma in cui non riesci ad entrare.
Senz’altro incantevole l’Ermitage, da togliere il fiato “La Deposizione” di Rembrandt.
 Ma  quanta gente, quanta gente! Mi immagino qui da sola, magari in novembre con la neve, in questo palazzo che come nessun altro riesce a darti l’idea della grandiosità, a guardare questi capolavori dell’arte mondiale! Palazzo e opere: un connubio esaltante!



S.Pietroburgo - Ermitage


E poi?
E poi i discorsi di una ragazza che ci dice:
“ Si è vero adesso abbiamo la libertà ma non sappiamo come gestirla, come trattarla, come misurarla. Aspettiamo che ci dicano come fare. Che chi governa ci dia un metodo. Noi russi non abbiamo mai saputo bene gestirla la libertà. Ci disorienta.  Il nostro zar Alessandro II che ha dato la libertà ai servi della gleba è stato poi ucciso…”
E poi i minibus che seguono gli stessi percorsi degli autobus e puoi scendere dove vuoi. Eccitante il posto del cassiere, dietro l’autista: chi si siede raccoglie i soldi per tutti e dà il resto.
E poi i gattini in vendita per la strada, le bancarelle che vendono CD, i panifici con piccoli piatti caldi, le ragazze con i tacchi alti.
Se un viaggio è nei suoi ricordi, questo è  il mio.