Biyadhoo Isola |
Metti che ti svegli una mattina e ti rendi conto di
avere un periodo pesante alle spalle. Puoi appena tirare un sospiro di sollievo
perché hai sistemato l’anziano genitore temporaneamente in casa di riposo appianando conflitti con la struttura (hanno regole rigide che trovi prive di buon
senso). La nipotina può essere ritirata in uscita dall’asilo dalla consuocera,
il cane ha l’otite che sta guarendo e il pensionato animali ha disponibilità.
L’inverno è ancora lungo, chiedi al marito:
“Perchè non
ce ne andiamo in vacanza? Al caldo, in un posto tranquillo in cui siamo sicuri
di rilassarci. Un bel mare, pesci da inseguire…”
“Va bene”.
Non ha fatto nemmeno in tempo a dirlo che sei su
internet, ti studi i voli da Venezia, il resort consigliato. Corri a comprarti
la maschera graduata (stavolta i pesci voglio vederli bene) e le scarpette da
scoglio che tutti raccomandano e poi rispolveri la seggiolina gonfiabile
arancione con su scritto Latte Venus per “pacioccare” in acqua, vicino
a riva.
O. k. si parte per una settimana di relax alle
Maldive con Alitalia. Ma esistono sedili più stretti? Perché sempre davanti a te viene abbassato subito lo schienale e devi fare le
contorsioni per uscire e scopri che sull’altra fila si stava meglio? Quando
entri in aereo e vedi quelli in prima classe li guardi come un miraggio e ti
chiedi: “ Ma chi può permettersi una differenza di costo così grande? Già sono
fortunata io che posso permettermi
questa vacanza…”
Se il volo è di notte qualcosa dormicchi. Il cibo è
“puzzone” come il solito. Ma perché non danno dei sandwich, dei panini, dei
tramezzini?Atterri tra calche di europei bramosi di abbronzatura. E subito ti scontri con altri scenari : uomini scuri, donne velate, ventilatori al soffitto, bottiglie di acqua minerale.
I giapponesi in luna di miele sono carinissimi. Le
donne non si abbronzeranno mai e gli uomini fotograferanno tutto, anche gli
spruzzi d'acqua che fa la barca sui finestrini. Tiri fuori l’abbronzante spray e inondi
il coniuge incupito per il lungo viaggio.
Biyadhoo, l’isola scelta, è molto verde ma sai già
che ci vorrà una notte di sonno per essere obiettivi.
Una receptionist spiega in inglese comprensibile (cioè al tuo
livello che è basso) le regole principali
del resort avvertendo delle forti correnti marine in alcuni punti dell’isola, poi
consegna le chiavi.
La camera è
sul lato chiesto, quello migliore. Come tutti avevano scritto in internet ha
bisogno di una massiccia manutenzione ma è pulita. Un po’ buia perché il verde
nell’isola è davvero tanto e scherma il
sole e il mare che è a due passi. Le liane alla “Tarzan” (sono davvero
resistentissime) si rovesciano sul sentiero
e amache invitano alla lettura.
Il cibo del ristorante di primo acchito sembra
abbastanza buono, di gusto indiano e qualche pastasciutta.
Contrariamene ai viaggi precedenti i turisti sono quasi tutti italiani. Un po’ naif.
Sono riuniti a gruppetti in abbigliamento casual/disimpegnato. L’età è quella
di mezzo e più, freschi pensionati e qualche coppietta che può fare le ferie
fuori stagione. L’atmosfera è un po’ da camping, un pò da pellegrini che si
incontrano nei ristori del cammino di Santiago. Nel senso: “Siamo qui per la
natura, il mare, un interesse vero, il rispetto del globo”.
Il mare tanto sognato è trasparente, di quel turchese che sai essere
sopra la barriera e poco lontano il blu.
Ed è proprio lì che spuntano i tubi di respirazione di chi fa snorkeling.L’acqua non è caldissima ma non dà fastidio. Ti immergi e ci metti un bel po’ a raggiungere il reef perché non sei ancora pratica e non hai individuato il percorso più breve.
Alle Maldive i coralli sono bianchi ma noti che cominciano a colorarsi. Qua e là è tornato il viola e il giallo.
Poi i pesci sono sempre uno spettacolo. Costeggi il fondale e torni a riva.
Nel pomeriggio gonfi il seggiolino salvagente, ti metti il cappello largo, occhiali da diva e te ne vai in acqua, remando con le braccia e sentendoti in trono.
Non tieni conto che:
1 – Al pomeriggio arriva l’alta marea;
2 – Facevi meglio a non spingerti al largo;3 – Verso sinistra comincia la zona delle correnti.
Solo dopo un po’ realizzi che le onde ti hanno portato distante,
che devi avvicinarti alla spiaggia, che non tocchi.
"Che problema c’è?" ti dici " Io e l’acqua siamo pappa
e ciccia. So nuotare e poi ci sono ancora persone che fanno snorkeling intorno".
I tentativi di raggiungere riva sono vani. Anzi ti
ritrovi ancora più distante. Adesso vicino a te non ci sono più persone. "Forza,
scendi da quel trono, usalo a mo’ di tavoletta . Bracciata da una sola parte
con forza. Vuoi che non si tocchi un po’ più avanti?" Il fatto è che non ti
sposti. Il marito ti cerca in spiaggia, sul bagnasciuga.
"Ehi, guardami sono qua". Lo chiami e ti sbracci.
Macchè! "Mica dovrò fare come nei film e gridare aiuto?"Non gridi aiuto, fai segno a due persone che da riva ti hanno visto. Si mettono la maschera e pinne.
Ti raggiungono. Non eri disperata. Nuoti col loro aiuto verso riva. GRAZIE!
Non hai bevuto acqua. Ti sei solo un po’ spaventata. Perché allora la notte cominci a sentire freddo e hai un impedimento nel respiro?
Il giorno dopo arriva la tosse e la febbre. Dormi. Ti alzi solo per andare al ristorante dove prendi un po’ di zuppa e un cucchiaio di riso dentro.
Così per altri due giorni. Poi chiedi se ci sono voli per anticipare il rientro. NO.
Allora domandi di vedere un medico, che nell’isola non c’è. Devi prenotare la barca e raggiungere un altro atollo. Ti immagini si tratti di un resort che ha il servizio medico presente, magari più costoso, più grande.
In realtà raggiungi Maafushi un’isola abitata dai locali.
Parliamo anche di questo:
Le Maldive sono care si sa. E quello che fa il costo sono i resort. Ecco che allora hanno cominciato a sorgere nelle isole più grandi abitate dalla popolazione locale delle guest house (piccoli alberghi) che a prezzi notevolmente inferiori dei villaggi offrono soggiorno, la possibilità di accedere a spiagge riservate ai turisti (bikini beach) e ogni giorno vieni portato in barca a visitare atolli vicini dove fare snorkelling.
I forum sulle Maldive sono pieni di post su questo. C’è chi non le consiglia perché lì non trovi assolutamente le Maldive da cartolina, quelle con la sabbia “borotalcata” bianca, il mare turchese, le palme sullo sfondo. Le isole locali sono disagiate, spesso sporche. Niente verde, niente barriera. Oltretutto essendo la popolazione di religione mussulmana vi sono restrizioni nell’abbigliamento. Se devi fare sette notti, meglio farle in un’isola resort . Certo, se invece ti fermi un mese…
Il centro medico di Maafushi è un cadente fabbricato che potrebbe essere fotografato in India, in kenia o in qualsiasi altro luogo povero del mondo.
Ti stupisci per le infermiere velate. Nell’ombra del primo pomeriggio una dottoressa giovane in camice bianco ti chiede i sintomi e tu aspetti che ti visiti, che ti ascolti i polmoni, i bronchi.
Invece lei ti dice che dovresti fare un esame del sangue . Al tuo rifiuto scrive una ricetta per il farmacista e tu esci felice, per averla scampata. Da cosa? Dal disagio di un mondo arretrato, dall’incognito, da una lingua che non sai.
La farmacia (se si può chiamare così) sembra un bar malfamato. Il ragazzo dietro il banco ha però il traduttore istantaneo. Ti dà le medicine sfuse, giusto quelle che servono, come fanno anche negli USA (medicine che non prenderai mai).
Verso sera la febbre scende, il mattino dopo non c’è più. Comincia la vacanza. Fai il giro dell‘isola che è più grande di quello che sembra, prendi un libro da leggere all’ombra. Ti rendi conto che il cibo del ristorante buono non è, fai due chiacchiere con chi ha potuto fare l’escursione dei delfini al tramonto. Ti bevi una pina colada per tirarti su. Il giorno dopo piove, fuori stagione. Di quella pioggia che continua insistente, come da noi. Il giorno seguente lo stesso; al ristorante la sera c’è un mormorio generale: “Colpo di stato alle Maldive”.
Tutti attaccati a dove prende il WiFi. Tutti col telefonino in mano.
Ci mancava solo questa. L’indomani si parte (che sollievo). Calca all’aeroporto per il fuggi fuggi generale. Il volo sarà pesante. Pieno di tosse. Lo scalo a Roma di corsa (controllo passaporti elettronico).
Mai vacanza fu peggiore di questa. La malattia in viaggio annienta tutto: la voglia di avventura e il coraggio.
Il malanno in viaggio è solo desiderio di ritorno, di casa. Di certezze. Di un medico che ti dica respiri mentre ti ausculta, degli antibiotici e dell'aerosol.
Foto da Google immagini |
p.s. Dimenticavo: la
diagnosi fatta dalla giovane dottoressa maldiviana era esatta.
Foto di Biyadhoo |