Laboratorio di scrittura creativa |
Una lezione di scrittura creativa con ragazzi diversamente abili
Quando dico alle ragazze: ” Va bene, cominciamo”, intendo
che si può cominciare da qualunque idea, da qualunque momento, da qualsiasi
pensiero.
Certo è bello se il nostro inizio fa colpo. Se è simpatico a
noi è simpatico anche a chi legge.Di solito se dobbiamo scrivere un racconto da una uscita le ragazze mi mostrano le foto e quello che hanno già scritto. Io le aiuto con le domande e prendo appunti.
Chiedo le loro opinioni, cosa sarebbe piaciuto fare e non hanno fatto. Magari immaginare di averlo fatto.
Quando si scrive si può andare in posti dove non si è stati, fare i dispetti, mangiare dolci meravigliosi e volare.
La prima volta che le ho incontrate ho chiesto di chiudere gli occhi e immaginare. Qualsiasi
cosa va bene: nella scrittura non c’è
niente di sbagliato.
E poi la storia parte. A ognuna suggerisco qualcosa e tutte
rispondono. Quando abbiamo dei dubbi su due o tre fatti o colori si va ai voti
e la decisione finale spetta a Sara e Meri.Durante la strada troviamo parole nuove che scriviamo e mettiamo in un cartello.
Le riprendiamo ogni lezione (non tutte) per ricordarcele. Sappiamo anche qualche parola in inglese.
E ce ne vantiamo!
I racconti a volte sono più impegnativi perché partiamo da personaggi stabiliti: una mamma, un bambino, un’altalena.
Nel finale cerchiamo di essere spiritosi o speranzosi perché i finali tristi non ci piacciono.
Cominciamo con la lettura della “Vispa Teresa” perché è una poesia in rima. Una cantilena che abitua l’orecchio all’accordo delle parole. Ma non è importante.
L’importante quando si scrive è come dice Luisa metterci gioia e entusiasmo. Come stare al ristorante e aspettare un piatto che ci piace tanto o quando arriva finalmente l’estate e stiamo partendo per il mare.
Ci vuole un po’ di agitazione, di libertà e cercare di acchiappare la farfalla che la vispa Teresa aveva catturato e poi lasciarla andare.
Luciana, insegnante
volontaria
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