venerdì 14 giugno 2019

GOLFO DI MORBIHAN E CASTELLI DELLA LOIRA

foto Google immagini


     “Sai ci sono voli low cost per l’Europa veramente convenienti che partono dalla città. " Ho detto a mio marito.
Che so,  per Bordeaux per esempio, che non abbiamo mai visto, non ci sono i castelli della Loira là vicino?”
Ed è così che è partita l’idea di questo viaggio. I castelli della Loira.
Che poi la città più comoda per raggiungerli non è Bordeaux ma Parigi o Nantes che vola da Venezia con Volotea che è pur sempre una low cost.
Chissà perché nel mio immaginario i castelli della Loira stavano nel centro ovest della Francia.
Così a gennaio comincio a programmare il viaggio da fare in maggio. Una settimana: voli Venezia – Nantes.
Li acquisto ad un prezzo basso: 60 euro a persona andata e ritorno + 50 euro per il bagaglio. E’ comunque una buona tariffa, che si abbasserà ulteriormente più avanti per una offerta.
Sì, d’accordo i castelli, ma a noi piace molto anche la natura, il paesaggio, le ostriche. Non ci piacciono invece le città. Scartata Nantes.
Scrivo al forum di Tripadvisor che consiglia la Bretagna del sud. Un’ora di macchina da Nantes e si arriva sul golfo del Morbihan. Ci sono fotografie di insenature e barchette e maree e casette. E ostriche.
Decidiamo quindi di suddividere il viaggio in questa maniera: 4 notti a Vannes e 3 notti ad Amboise per vedere i castelli.
Ordino subito la guida Routard del Golfo del Morbihan (c’è solo in francese). Per i castelli si trova tanto materiale in internet.
A Vannes la guida consiglia una chambre d’hotes in una casa d’epoca con tanto di piscina esterna riscaldata, appena sotto le mura: Maison de la Garenne che contatto tramite mail, O. K. confermata.
Ad Amboise un po’, tanti,  consigliano l’hotel-ristorante la Breche, che fa parte dei logis de france. Una serie di piccoli hotel che offrono cucina regionale e buona ospitalità alberghiera. Si può richiedere i  cataloghi gratuiti direttamente all’associazione e arrivano  per posta in maniera sorprendentemente veloce.
All’hotel la Breche chiediamo la mezza pensione e siamo un po’ titubanti per qualche recensione un po’ controversa. La loro politica di cancellazione è rigida.
Per l’auto adoperiamo un intermediario on line della Budget.
Consiglio invece di fare tutto direttamente con la compagnia perché pur avendo sottoscritto la polizza casco in caso di incidente avremmo dovuto  anticipare la spesa del danno.
Qualche problema con il check in on line Volotea perché per scegliere i posti nell’aereo devi  prima spuntare che non li vuoi.
Nei miei viaggi parto sempre con i programmi fatti giorno per giorno, ristoranti dove cenare compresi e talvolta anche dove fare spuntini tipici, in questo caso tappe da ostricoltori.
A Nantes abbiamo la fortuna di trovare una impiegata del noleggio che parla un italiano perfetto e ci dà un’ auto con navigatore (ci domandiamo sempre come si faceva una volta con le cartine stradali).
Maison De la Garenne
Arrivare a Vannes è semplice e veloce, un po’ meno trovare Maison de la Garenne. Dopo tre giri attorno alla zona riusciamo a prendere la stradina a senso unico che porta alla villa.
Ad accoglierci la proprietaria molto gentile che ci dà un sacco di indicazioni in merito ai ristoranti per le cene: è molto educata, discreta e cordiale.
Il giorno dopo prevede la scoperta della costa sud del golfo.
Raggiungiamo in un attimo Sarzeau dove c’è in corso il mercato settimanale. Tanti banchi di pesce e frutta e verdura. Qualche banco di  impermeabili gialli da marinaio con l’interno bianco e blu. I prezzi sono decisamente più elevati che da noi su tutto.
Facciamo una bella passeggiata per raggiungere il porto ma siamo fuori stagione, gli appartamenti sono quasi tutti chiusi, così come i locali per pranzare.


Prendiamo l’auto e raggiungiamo Séné dove troviamo aperta La Belle d’Ilur , ferme di ostricoltori con tavolini in riva al mare e  una saletta interna. Ovviamente ostriche (ce le sgusciano davanti) ma anche gamberetti e vongole crude. Poi vongole al forno con salsa  bourguignonne. Il tutto accompagnato da pane , burro, vino muscadet e sidro.
Adesso vi spiego il sapore delle ostriche: mangiare il mare. Io direi così. La prima che assaggi è stupore puro. Un gusto inaspettato ma ricco e raffinato al tempo stesso. La quarta e quinta diventano un po’ stuccose, ma la prima…
Vannes è una bella cittadina medioevale cintata da mura  con il porto protetto dal golfo del Morbihan.
Una cittadina calda quando c’è il sole e che in periodo turistico credo sia molto frequentata. Molto suggestivo il centro storico, soprattutto verso sera quando si accendono le luci sulle case a graticcio.


Vannes - centro storico


Galettes Bretoni
    Il mercoledì sulla piazza si tiene il mercato che è strapieno di frutta e verdura. Fragole e ciliegie. Menta e erba cipollina. E poi caramello al burro salato (mou in crema) che viene messo dappertutto, squisite le crepes farcite e il tiramisù Bretone.
Non ci facciamo mancare les galettes,  sottili crespelle al grano saraceno riempite di formaggio uova prosciutto patate e tutto quello che ci può stare dentro.

Il secondo giorno ci imbarchiamo per l’isola aux moines (la guida ne parla bene) da port Blanc, neanche il tempo di salire e c’è da scendere. L’isola si percorre a piedi o in bicicletta. Noi ne noleggiamo due convinti di poter fare il sentiero costiero che invece è solo pedonale, per cui dovremo stare sulla strada principale che è faticosa (un continuo saliscendi) e  il mare si vede solo a tratti. Pedaliamo tra erbe alte e ville molto belle chiuse in attesa dell’estate. Anche qui ci fermiamo in una ferme di ostricoltori (etablissement Martin) più rustica di quella precedente: alcuni tavolini in un prato e nel menù ostriche. Stop.
Ci imbarchiamo per il ritorno un po’ delusi. Forse le guide non hanno poi sempre ragione.
Il terzo giorno è dedicato alla visita di quello che è stato votato dai francesi come il più bel villaggio di Francia: Rochefort en terre.
Siamo fuori stagione e l’ampio posteggio all’ingresso del paese è deserto, qualche coppia di anziani turisti.
Il paese è crudo, deserto, spoglio: pietre grigie un po’ desolate e noi  in cerca di fiori alle finestre e sui balconi che non ci sono. Sarà che ci aspettavamo un paesino come Beauvron en Auge ma ce ne andiamo con l’amaro in bocca.
Rochefort en terre






Beauvron en Auge
Auray






Il pomeriggio visitiamo  Auray, deliziosa con il suo porticciolo e le coppie di turisti  che passeggiano con il cane. Sento la nostalgia di Taby. Mi fermo a comperarle una pallina da gioco per quando torno.








Il giorno dopo si parte per i castelli, direzione: Amboise.





Il suo castello è un bel colpo d’occhio, così come le stradine che si intrecciano intorno già colme di turisti e dolci che sono un attentato alla dieta.





L’hotel La Breche è carino, il personale un po’ sulle sue. La cena alla francese.
Il primo castello che visiteremo è Chambord. Grande, prendiamo le audioguide,  un po’ disturbano in quanto sei sempre alla ricerca sul tablet della sala in cui stai così finisce che ti perdi l’atmosfera e l’insieme.
Visto dalle cartoline la costruzione nelle linee esterne mi ha ricordato i templi di Angkor wat. Anche se parliamo di due architetture completamente diverse. Interessante la scala a chiocciola su progetto di Leonardo da Vinci.

                                                                                                                                             
Castello Chambord











Templi di Angkor wat
Il giorno successivo visitiamo il castello di Chenonceau (detto delle dame perché furono delle donne a farne la storia) sopra il fiume Cher. Imponente la galleria che corre sul ponte. Ben conservate le sale, parzialmente arredate. Al termine della visita la guida consiglia una sosta all’Orangerie oggi trasformata in ristorante allocato sulle sale originali. Chiediamo un posto nella sala interna occupata a metà e ordiniamo un piatto di formaggi misti e un dolce per ciascuno (4 portate per 2). Poco dopo arriva la direttrice di sala alterata dicendo che non si può andare in un tal ristorante e prendere così poco.
Siamo rimasti basiti, sul momento non sapevamo se dovevamo ordinare dell’altro o che.
Poi abbiamo riflettuto che abbiamo girato il mondo e una scena così scortese non l’avevamo mai vissuta.
Abbiamo pagato il conto di 60 Euro e abbiamo fatto le nostre rimostranze, anche per iscritto una volta tornati in Italia. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta.


Orangerie di Chenonceau


L’ultimo giorno abbiamo visitato il castello di Ussè, che si dice abbia ispirato Perrault  per la Bella Addormentata nel bosco.
La bellezza del castello si coglie soprattutto all’esterno, con le torri merlate fiabesche, il cortile, i giardini.

Castelle di Ussè


Alla sera riconsegna dell’auto e volo di rientro. In conclusione direi che si è trattato di un tour tranquillo in linea con la nostra età. Vannes è stata una gradevole scoperta. Peccato per quanto accaduto all' Orangerie di Chenonceau: la spocchia, il sentirsi superiori non favorisce certo il turismo, ancora meno l'indifferenza di chi ha ricevuto la segnalazione.
Ciao a tutti.