venerdì 13 ottobre 2023

IL PEGGIO DI SHARM

 

Aeroporto internazionale di Sharm

      Non parliamo delle bellezze di Sharm
Dello splendore della sua barriera
Del fascino del suo deserto
Dell'attaccamento che si instaura in chi come tanti italiani ci abita e calpesta vicoli instabili, sente odori di spezie, di marciume e di prodotti in vendita.
No, oggi parla una turista qualsiasi che banalmente ci va una volta all'anno, da sola.
Ormai le procedure le conosco, da quando entro in aeroporto a quando arrivo all'hotel, che può essere anche un hotel di Dahab.
Ma il peggio di Sharm è il ritorno, da quando si mette piede nell'aeroporto a quando ci si imbarca.
L' aeroporto è zona militare (credo). I turisti ebbri di una vacanza felice vengono lasciati all'ingresso con indicazioni: "mostra il documento, poi c'è un controllo bagagli, poi c'è il check in". Poi, aggiungo io, comincia l'inferno che non ho visto in altri aeroporti e parlo di Perù, Vietnam, Messico, India...
La paura che i turisti principianti o meno possono avere in un viaggio all'estero si esplicita tutta in questo tempo.
Stiamo sul generico: avete visto come sono le toilette dell aeroporto? Porte mangiate che non si chiudono, rubinetti senza acqua (scomparse le bellissime piscine degli alberghi che invece di acqua abbondano), addetto alle pulizie che gira gira gira e chiede mancia. Basta. Per carità giusto ricompensare chi fa un lavoro così umile e pagato una miseria...
Ma torniamo a noi che mostriamo il documento, buttiamo le bottigliette d'acqua, peccato che a qualcuno sia permesso tenerla, e arriviamo ad affrontare il primo e più scioccante girone: passaggio sotto il metal detector e nastro per i bagagli. E qui si sfoga la rabbia/frustrazione degli addetti (di più nelle addette) egiziani verso i turisti ricchi che sono il simbolo di un mondo invidiabile, che vedono sfilare con vestiti diversi, a cui chinano il capo per la mancia. Il turista se ne sta andando, spremiamolo fino all'ultimo, si sentono più impunibili, mettiamolo in difficoltà anche umiliandolo.
Per mettere i propri oggetti su questo primo nastro non ci sono contenitori. Ognuno comunque mette le sue valigie e il bagaglio a mano. Poi non capisci perché i turisti tornano indietro e chiedono di poter mettere sopra la tua valigia i loro occhiali, cinture, orologi. Lo capisci quando tocca a te entrare sotto la porta detector e l'addetta cerbera ti lancia uno sguardo tra la matrigna di biancaneve e una kapò. In malo modo con gesti rudi e imperativi ti dice che ti sei dimenticata di mettere giù la borsettina a tracolla. Certo. Appoggiata. Ritorni. Stesso sguardo ancora più maligno: devi toglierti gli occhiali. Appoggio, ma dove se non c'è un contenitore? Sopra la valigia di qualcun altro. Ritorni e la cerbera ti ributta indietro deridendoti: hai dimenticato l'orologio. Stessa trafila.
La cerbera s'incazza perché non c'è uno sgabello per la perquisizione delle gambe e tu non hai capito che dovevi appoggiarla sul bordo del nastro trasportatore in movimento.
Ma brutta str..... ma non potevi dirmele subito le 3 cose da togliere al posto di farmi fare 3 giri? E no, lei si perdeva tre soddisfazioni. Appena uscita dal metal detector ecco la caccia al tesoro: tutti sotto con la testa il nastro trasportatore in movimento a cercare occhiali, orologi, bracciali. Una signora di Genova ha trovato il mio, io ho trovato quello del signor Giovanni ma soprattutto Alvise ha trovato i miei occhiali da vista. Tutto ma a quelli non posso rinunciare.
È finita? Manco per sogno.
Siamo come i gladiatori nell'arena: troppo bello guardarci! Mi fermano un passo più in là per un controllo bagagli a campione. Ma non erano passati sotto il nastro? Tra biancheria sporca e cappellino spunta un cammello in legno che non convince. Troppo vuoto, viene scosso, percosso, ascoltato, pesato. Passo, no prima devo compilare e firmare un registro con i miei dati. Al check in sono tutti alla ricerca del cartellino da compilare per passare la dogana. Stavolta mi infilo in un gruppo (l'esperienza), voglio evitare il gioco del sovrappeso bagagli (terzo girone) che basta un braccio sopra e il peso lievita e ti dicono che sei in penale. Sarebbero 30 euro ma sono buoni e ti fanno 10 euro (solo perché sei tu e loro sono buoni) Ne hai 50 interi? Ti dicono di riportarli dopo averli cambiati nei negozi dopo la dogana(eeh?). Non preoccuparti perché mandano qualcuno a prenderli incavolato e il prezzo può aumentare se non trovano da cambiare...
Quarto girone: il momento dell'imbarco. Hai presente quando corri dietro ad una gallina da spennare? Mai metafora fu più appropriata. Le sedie sono una barriera davanti al gate e così i passeggeri sono costretti a fare due file. Gli addetti sbraitano, bloccano, strappano carte di imbarco a caso come margherite su un campo, le richiedono quando un altro le ha già strappate. Ti richiamano perché si sono dimenticati di guardare il passaporto.
BASTA!!!
Dovete ammonire l'addetta al metal detector, non permettere soprusi come quello del peso bagagli, sistemare i bagni, non terrorizzare i turisti per incompetenze e disorganizzazioni dell'aeroporto.
Ma è possibile che ad un aeroporto in cui transitano da 7 a 9 milioni di passeggeri all'anno che portano soldi e ricchezza sia permesso di funzionare così?