giovedì 14 dicembre 2023

SKIN CARE COREANA? SOLO POCA

                 

 

 

"Golosa skin care coreana"
 

   Fermi tutti: ho appena fatto una scoperta: no skin care coreana se vuoi qualcosa di efficace.

Non mi sto buttando la zappa tra i piedi. E’ che purtroppo me ne sono resa conto. Belli i prodotti coreani, confezioni golose, come sciroppi colorati  e costano pure poco e alimentano in noi il desiderio di scoperta , dell’affare: magari scopro io quello che fa magie!😻😻

No, se vuoi principi efficaci, torna a casa. Niacinamide, retinolo, peptidi. Torna a casa.

I prodotti coreani affascinano con ingredienti come miele, carciofo, caffeina, pesca… ma. Appunto.

The ordinary e the inkey list sono brand occidentali economici e altamente  efficaci.

I prodotti coreani sono validi per la doppia detersione, i giapponesi per l’acido ialuronico (hada labo). Avrei qualche perplessità sui solari. Vedo che i nostri schermano di più. I loro sono in effetti leggeri e adatti al trucco ma in quanto ad efficacia… Forse proprio perché sono sottili e fanno meno spessore protettivo.

Per la detersione ne ho provati molti. Non fidarti delle recensioni google: che so scrivi  “detergenti coreani per pelle secca migliori” e se prendi quelli che consigliano aprendo i vari indici la maggior parte delle volte prenderai un prodotto sbagliato. I migliori li ho provati a caso provando i campioncini.

Sono buone anche alcune mist. Eccezzionali le matite occhi indelebili a punta fine (anche mascara waterproof).Ragioniamo: l’occhio orientale è stretto con palpebra mobile nascosta facile a sbavare con il trucco, chiaro che devono fare prodotti make up occhi validi, a prova di pasticci. Chi ha l’ occhio infossato, maturo, incapucciato si affidi ciecamente.

Saranno anche senz’altro ben studiati i prodotti sbiancanti e illuminanti per la pelle. Si sa che un po’ tutti gli orientali hanno il mito della pelle chiara.

Creme viso: ho visto che sono meno fondenti delle nostre, meno grasse per chi ha la pelle secca/matura. Anche se io mi sono trovata molto bene con la Ceuracle che ha la particolarità di avere una assorbibilità estrema e messa sopra un principio attivo tende a trascinarlo nella pelle  in profondità.

Adesso vi dico quali sono i prodotti coreani di skin care che ho trovato migliori per la mia pelle molto secca e matura.

                                                                                                            

Olio detergente: Rice oil the face shop (versione light e rich)

    

                                            Burro struccante pyunkang-yul/valido anche per gli occhi (non brucia)

Detergente viso B lab matcha schiumogeno leggero non secca



Tonico morbido TonyMolyWonder ceramide (una nuvola di coccola )
             

          
                                  

                                                                         Mist

 

Klairs fundamental ampoule

Too cool fo school- Perfect day make up fixer

                               

 Solare colorato illuminante (leggermente giallino)permette di eliminare primer illuminante

 

Scinic

Enjoy Foundation-Skip Tone Up Sun


 Altri : Crema contorno occhi con peptidi e bava di lumaca Cosrx

valida per morbidezza e assorbimento, per i principi attivi ne adopero altre

Spuma struccante (2° detersione- anche questa leggerissima)

Rohto Mentholatum - Hada Labo Gokujyun Super Hyaluronic Face Foam

 

 

 

 

 

 

 





mercoledì 29 novembre 2023

DAHAB

Lungomare DAHAB
 



      Ho visto  Dahab dall’alto più di 20 anni fa quando dopo una escursione al Canyon Colorato ci siamo fermati a guardare il mare e il panorama. Uno scenario mai visto prima: un susseguirsi di divani, amache, cuscini colorati quasi sull’acqua. Colori sgargianti, tanto rosso, in spiaggia? Ma non si bagneranno con il risalire della marea? Uno scenario tra  alì babà e folclore beduino. 

Me lo sono detto allora. Io lì ci devo andare e non è stato facile. Nemmeno negli anni successivi. Da Sharm i tour sembrano scansare Dahab (il nucleo centrale sul mare) con una scusa o con l’altra. 

“Ti sei ricordata male, non c’è niente da vedere. Una località bella  di popolazione povera, quello che hai visto non c’è più, meglio un centro commerciale, sopra, sotto, prima, dopo”. 

Ho sempre temuto che non fosse così. Per fortuna ora c’è il web e quel luogo non era una visione, esisteva ed era il centro di Dahab.

L’anno scorso  avevo provato ad andarci da Sharm, che volete sono da sola, avevo chiesto una escursione privata: “Ma lo sa che per arrivare a Dahab ci vogliono i permessi, tre check point da passare? Meglio il Blue hole, il Canyon, Three pool. "Io voglio andare a Dahab". 

"Sì ma allora ci devi restare almeno 3 giorni…”

Mi provochi? D’accordo è un’idea. E così organizzo la cosa: mi compro i voli e per il soggiorno mi affido ad Alpitour. Un tour operator alle spalle mi dà garanzia anche perché arrivo col buio e Dahab sta ad un’ora abbondante da Sharm. Che poi ultimamente Alpitour on line fa prezzi davvero concorrenziali.

La mia discesa in quello che è il regno dell’arraffo, l’aeroporto di Sharm, è facile in quanto arrivo col passaporto, cosa che consiglio a tutti in quanto la C.I. necessita di un ulteriore cartellino per entrare eti costringe ad uno scontro su chi per soldi vuole compilartelo.

Acquisto scheda SIM ed è fatto, davvero. Fuori l’Alpitour mi fa salire in una jeep e si parte. L’autista è anziano e di Dahab per cui  i check point non li colgo. Qualche saluto cordiale dell’autista. Qualche rallentamento e stop: diversa la situazione al ritorno quando l’autista sarà di Sharm.

L’hotel è il Tropitel Oasis Dahab, un hotel con le montagne alle spalle, un’anima da frontiera (  6 km. a nord di Dahab)



Clima easy, l’italiano lo sento parlare una sola volta. Bei giardini. Atmosfera molto  orientale negli spettacolini serali. Un ritmo genuino di identità nel ballo, tanti turisti da Israele.

Il mare (ma non sono venuta per quello) delude, sempre mosso, bandiera rossa e anche nera e pontile quasi sempre chiuso. Farò lunghe passeggiate tra divers (tantissimi) e scheletri di edifici in costruzione abbandonati dalle crisi.


 

 

 

 

 

 

 Poi si va a Dahab in taxi dall’hotel. Mi lascia vicino al ponte  dopo che un ragazzo del resort mi ha fatto addirittura una mappa sommaria del posto.


La prima cosa che colgo sono i cani di taglia medio grande liberi e buoni. Poi le vie colme di divers, i bar che si susseguono e nei vari spazi tra un locale ed un altro gente al sole che fa snorkeling o immersioni. Cammino sia a destra che a sinistra del ponte, ritrovo indirizzi consigliati nelle guide. 

I prezzi sono irrisori ovunque. Mi siedo con un succo di frutta, faccio tante fotografie, compro in farmacia creme viso consigliate. Mi perdo nelle viuzze interne.



Il giorno dopo ho comprato dall’hotel una escursione ad un’oasi consigliata (Wadi Qunai).

Non sono la solita turista: no cammello, no motorata. Chiedo una jeep e loro mi accontentano…

 

                                                      Wadi Qunai

Recuperano il macellaio del paese con una jeep “folcloristica” senza cintura, finestrini e la porta che si apre solo da fuori (mettendoci però la maniglia che gira nell'abitacolo). Ma non importa. L’autista è simpatico. Sa un po’ di inglese, quanto me, e mi porta all’oasi, si ferma per le foto, mi accontenta nell’arrampicata di una scivolosa scarpata per vedere il paesaggio (non andateci poi la discesa è a rischio di rompersi una gamba) quindi si va a Three pool per snorkeling.

Il lungo mare di Three pool è molto pittoresco.

Giovanotti del posto si propongono come gigolò a  straniere agèe (e io che non ci credevo…) 

Three pools sono tre piscine collegate da  sentieri sotto acqua tra la barriera corellina. Merita? Non so. La location molto di più. Lascio una buona mancia  all’autista che deve essere una figura particolare del posto in quanto in seguito tutti mi chiederanno dell’impressione che ne ho avuto sghignazzando.

                             

Three Pools

                        



Il giorno successivo è interamente dedicato a Dahab, prima vado al mercato vecchio e mi siedo a prendere un tè alla menta in un baretto/caffè dove vedo sedute altre due europee, quindi cammino tra le botteghe sorridendo alla gente (metodo che adopero quando sono in un posto sconosciuto) tutti mi salutano, mi fanno i complimenti e si fanno fotografare. Un bambino mi rincorre per darmi il resto di una bottiglietta d’acqua. Poi altro taxi fino a Dahab. Stavolta mi soffermo sui bar con dehors sul mare, cammino col navigatore in periferia, mi siedo al tramonto in quei divani che mi avevano colpito 20 anni fa con un frullato davanti.



Certo il ricordo ha sempre un sapore più romantico, il presente è alterato da tante emozioni: insicurezza per il fatto di essere sola, la visione dentro il posto e non dall’alto, la paura di mancare il bersaglio, il ricordo.

Ciao Dahab , forse il prossimo anno tornerò da sola, con l’autobus locale da Sharm.

p.s. mi sono tuffata in quel mare torbido di fronte l’hotel, mosso, non consigliabile per chi fa snorkeling.

TROPITEL DAHAB

L’ho fatto prima del viaggio di ritorno a Sharm. Non potevo lasciare qualcosa di inconcluso.



venerdì 13 ottobre 2023

IL PEGGIO DI SHARM

 

Aeroporto internazionale di Sharm

      Non parliamo delle bellezze di Sharm
Dello splendore della sua barriera
Del fascino del suo deserto
Dell'attaccamento che si instaura in chi come tanti italiani ci abita e calpesta vicoli instabili, sente odori di spezie, di marciume e di prodotti in vendita.
No, oggi parla una turista qualsiasi che banalmente ci va una volta all'anno, da sola.
Ormai le procedure le conosco, da quando entro in aeroporto a quando arrivo all'hotel, che può essere anche un hotel di Dahab.
Ma il peggio di Sharm è il ritorno, da quando si mette piede nell'aeroporto a quando ci si imbarca.
L' aeroporto è zona militare (credo). I turisti ebbri di una vacanza felice vengono lasciati all'ingresso con indicazioni: "mostra il documento, poi c'è un controllo bagagli, poi c'è il check in". Poi, aggiungo io, comincia l'inferno che non ho visto in altri aeroporti e parlo di Perù, Vietnam, Messico, India...
La paura che i turisti principianti o meno possono avere in un viaggio all'estero si esplicita tutta in questo tempo.
Stiamo sul generico: avete visto come sono le toilette dell aeroporto? Porte mangiate che non si chiudono, rubinetti senza acqua (scomparse le bellissime piscine degli alberghi che invece di acqua abbondano), addetto alle pulizie che gira gira gira e chiede mancia. Basta. Per carità giusto ricompensare chi fa un lavoro così umile e pagato una miseria...
Ma torniamo a noi che mostriamo il documento, buttiamo le bottigliette d'acqua, peccato che a qualcuno sia permesso tenerla, e arriviamo ad affrontare il primo e più scioccante girone: passaggio sotto il metal detector e nastro per i bagagli. E qui si sfoga la rabbia/frustrazione degli addetti (di più nelle addette) egiziani verso i turisti ricchi che sono il simbolo di un mondo invidiabile, che vedono sfilare con vestiti diversi, a cui chinano il capo per la mancia. Il turista se ne sta andando, spremiamolo fino all'ultimo, si sentono più impunibili, mettiamolo in difficoltà anche umiliandolo.
Per mettere i propri oggetti su questo primo nastro non ci sono contenitori. Ognuno comunque mette le sue valigie e il bagaglio a mano. Poi non capisci perché i turisti tornano indietro e chiedono di poter mettere sopra la tua valigia i loro occhiali, cinture, orologi. Lo capisci quando tocca a te entrare sotto la porta detector e l'addetta cerbera ti lancia uno sguardo tra la matrigna di biancaneve e una kapò. In malo modo con gesti rudi e imperativi ti dice che ti sei dimenticata di mettere giù la borsettina a tracolla. Certo. Appoggiata. Ritorni. Stesso sguardo ancora più maligno: devi toglierti gli occhiali. Appoggio, ma dove se non c'è un contenitore? Sopra la valigia di qualcun altro. Ritorni e la cerbera ti ributta indietro deridendoti: hai dimenticato l'orologio. Stessa trafila.
La cerbera s'incazza perché non c'è uno sgabello per la perquisizione delle gambe e tu non hai capito che dovevi appoggiarla sul bordo del nastro trasportatore in movimento.
Ma brutta str..... ma non potevi dirmele subito le 3 cose da togliere al posto di farmi fare 3 giri? E no, lei si perdeva tre soddisfazioni. Appena uscita dal metal detector ecco la caccia al tesoro: tutti sotto con la testa il nastro trasportatore in movimento a cercare occhiali, orologi, bracciali. Una signora di Genova ha trovato il mio, io ho trovato quello del signor Giovanni ma soprattutto Alvise ha trovato i miei occhiali da vista. Tutto ma a quelli non posso rinunciare.
È finita? Manco per sogno.
Siamo come i gladiatori nell'arena: troppo bello guardarci! Mi fermano un passo più in là per un controllo bagagli a campione. Ma non erano passati sotto il nastro? Tra biancheria sporca e cappellino spunta un cammello in legno che non convince. Troppo vuoto, viene scosso, percosso, ascoltato, pesato. Passo, no prima devo compilare e firmare un registro con i miei dati. Al check in sono tutti alla ricerca del cartellino da compilare per passare la dogana. Stavolta mi infilo in un gruppo (l'esperienza), voglio evitare il gioco del sovrappeso bagagli (terzo girone) che basta un braccio sopra e il peso lievita e ti dicono che sei in penale. Sarebbero 30 euro ma sono buoni e ti fanno 10 euro (solo perché sei tu e loro sono buoni) Ne hai 50 interi? Ti dicono di riportarli dopo averli cambiati nei negozi dopo la dogana(eeh?). Non preoccuparti perché mandano qualcuno a prenderli incavolato e il prezzo può aumentare se non trovano da cambiare...
Quarto girone: il momento dell'imbarco. Hai presente quando corri dietro ad una gallina da spennare? Mai metafora fu più appropriata. Le sedie sono una barriera davanti al gate e così i passeggeri sono costretti a fare due file. Gli addetti sbraitano, bloccano, strappano carte di imbarco a caso come margherite su un campo, le richiedono quando un altro le ha già strappate. Ti richiamano perché si sono dimenticati di guardare il passaporto.
BASTA!!!
Dovete ammonire l'addetta al metal detector, non permettere soprusi come quello del peso bagagli, sistemare i bagni, non terrorizzare i turisti per incompetenze e disorganizzazioni dell'aeroporto.
Ma è possibile che ad un aeroporto in cui transitano da 7 a 9 milioni di passeggeri all'anno che portano soldi e ricchezza sia permesso di funzionare così?

domenica 27 agosto 2023

MAKEUP YOUTUBERS STRANIERE OGGI

 




                                                  Allie Glines e  KellyGooch

  

Shelby Wilson e Kaky review


                                                                       Amanda z

Dopo Pony makeup, coreana, 6 milioni di iscritti, credo la più grande tra quelle che ho seguito

(i suoi video più spettacolari li ha ritirati da youtube e li ha resi privati )

Questo il mio post

Pony make up- spettacolo assoluto

e dopo l’inglese Pampered Wolf che ho abbandonato un po’ alla volta (pelle e colori troppo chiari per me e poi mi annoiava) queste sotto sono entrate nella top list delle straniere che seguo:

Al primo posto c’è Allie Glines, americana, diventata mamma da poco. Notevole è il cambiamento della sua immagine prima e dopo il trucco, restando comunque non pesante ed elegante. Lei ha i miei stessi colori per cui anche sui fondotinta posso scegliere il numero del suo colore che segnala sempre  dettagliatamente sotto i video. Fa molti tutorial di trucchi, quello che le nostra ragazze di youtube fanno sempre meno. Ha un numero di 823.000  iscritti . E’ pacata e accogliente. A mio avviso usa un pò troppa cipria. Ma chi sono io per muovere critiche?


La sua playlist è tutta rivolta al make up: review, favoriti, drugstore e lusso. Ma soprattutto trucchi su se stessa.

Shelby Wilson, USA, 280.000 iscritti, bei capelli e un taglio occhi all’ingiù come i miei. Pelle secca, anche se non sembra. Di lei mi piacciono l’apparecchio per raddrizzare i denti (non so se lo porta ancora) e il viso fanciullesco.  Vi linko uno dei suoi ultimi tutorial  (mi è piaciuto tanto)



KellyGooch 135.000 iscritti, statunitentense,ragazza dal viso tondeggiante e pulito no trucchi vamp, colori discreti  Lei nasce come reginetta di bellezza anche se sa mostrarsi struccata.



Colori  simili ai miei ma più caldi. pelle secca. Palylist destinata soprattutto al makeup, no: "Cosa mangio in un giorno". Espressione un pizzico  furbetta ma non guasta.

Jamie Paige ragazza famosissima canadese 500.000 iscritti. Ha lineamenti molto diversi dai miei, si è rifatta magistralmente il naso lasciandolo esattamente com’era solo più piccolo: un capolavoro. Un po’ come l’attrice Blake Lively.



Appassionata e si vede e forse è proprio per questo che la seguo anche se saltuariamente. Fa belle recensioni sul medesimo tipo di prodotto di brand diversi con tanto di voti e tabella. Insomma il suo lavoro lo fa.

Amanda Z 95.000 iscritti una ragazza d’altri tempi, (la più giovane credo) carina, acqua e sapone. Una gran fan del trucco naturale e semplice. Uno sbrilluccichio sugli occhi. Una miniera di informazioni sui blush. Aspetto decisamente francese.



Kackye review statunitense 86.000 iscritti. Forse la meno carina, occhi infossati e vicini a cui lei non fa caso. Sono  caratteristiche che  non corregge. Testa un numero enorme di prodotti . Vi faccio un esempio: se volete comprare un blush in crema o un bronzer guardate i suoi video perché lei si spiaccica in fila sul viso a mo' di capo indiano tutte le gradazioni e brand e alla fine con la comparazione la scelta risulta più facile. Anche perchè traspare corposita, lucentezza della texture.

Poi se avete bisogno di skin care coreana, tipo sunscreen, mist, cure capelli, matite occhi io vado assolutamente da lei  SSIN 1,46 milioni di iscritti è simpatica e esuberante  seria e scrupolosa. Mi fido ciecamente. Poche volte non sono stata soddisfatta. Il make up coreano è un makeup che si accompagna ai miei gusti e alla forma del mio viso e occhi.

Anche le francesi fanno video interessanti ma mi ritrovo ad abbandonarle dopo un po'.

Vi riporto qua sotto alcune immagini di video fatti da chi negli anni ho considerato la migliore Pony makeup: