giovedì 9 agosto 2018

HOTEL PER CANI





Foto Google immagini
  
   
















     Il rapporto con il proprio cane è un rapporto unico. Il cane semplicemente si innamora di te. L’innocenza del suo  affetto sottoposto alle strade che percorri  fa scatenare un delicato sentimento di protezione.
La preoccupazione di doverlo lasciare  in un pensionato o presso vicini  durante le  assenze ha reso preziose tutte quelle strutture che accolgono  gli animali per le vacanze.

Sono molte le residenze che con un sovraprezzo ospitano cani di taglia piccola e media. Ma i cani grandi? E chi ne ha più di uno?
Ecco che nei luoghi di villeggiatura alcune spiagge e hotel si sono riconvertiti all’esclusiva accoglienza di clienti con  cani. Perché diciamolo: i gatti sono differenti. Il loro affetto non è così totale e manifesto, ti vengono incontro quando torni da una separazione di giorni e capisci che sono contenti di vederti ma sarebbe traumatico far cambiare loro ambiente e  confinarli in una stanza d’albergo.




Taby e Luna

Non avevo mai avuto un cane prima di Taby e in realtà non so quando sia davvero cominciato il desiderio di averne uno.
Mi sono dedicata a lei in maniera eccessiva il primo anno, come è mio carattere. Durante le  vacanze estive ho cominciato a cercare in internet strutture pet friendly  (ormai  la terminologia inglese si diffonde a macchia d’olio e a mio avviso certe parole sono proprio azzeccate) così sono partita con il mio cocker dalle gambe lunghe a Vigo di Fassa, hotel Millefiori.
L’esperienza è stata più che positiva. I proprietari (Elena) molto gentili e disposti a darti tutte le informazioni dove portare a passeggio il cane.
Dietro l’hotel c’è anche una stradina dove lo puoi far correre  di prima mattina.  La pensione è piccola e a quel tempo  era aperto il ristorante con cibo davvero gradevole.
L’anno successivo il servizio pasti veniva fornito da un altro esercizio pur pranzando in loco.
Gli ospiti avevano  tutti un cane, talvolta due. Era bello trovarsi alla sera e far socializzare i propri pelosi, raccontando dei posti dove si era stati. E anche se eri da sola ti sentivi parte di un gruppo.
Davanti la struttura c’era una fontana colma d’acqua e Taby era l’unica a fiondarsi ogni sera. I cani (giustamente) non erano ammessi al ristorante. Fuori c’erano anche dei box ampi dove potevano essere lasciati gli animali al bisogno.
Di quella vacanza ricordo un proprietario anziano di un weimarener che faceva da guida e badante al suo padrone. Sempre seduto accanto a lui a cogliere ogni sua mossa e  la sera verso le 11 si alzava e faceva capire al padrone che era tardi e che sarebbe stato meglio andare a letto:
“ Ehi, mi sembri affaticato, su a letto  a riposarsi …”
 Incredibile!
Dietro l’hotel c’era un  grande albergo illuminato da cui si vedevano uscire ospiti con cani. Dopo un mese con alcuni familiari ho deciso di soggiornare in quell’albergo (hotel Fontana).
Abbiamo avuto la fortuna di stare nella dependance più tranquilla, con stanze  ampie e con più libertà di movimento per il cane. Sovraprezzo  circa 7 euro al giorno.
Se paragonato all’hotel precedente  non c’era storia: per una differenza a persona di 15 euro al giorno c’era molta più varietà e quantità  di cibo, la merenda, giochi per i nipotini, piscina, per cui…
La differenza di spesa comunque c’era e i conti in tasca non si fanno a nessuno. Dopo tutto sono sempre 37 euro in più al giorno per stanza.

Hotel Millefiori - Vigo di Fassa















       Quest’anno vista l’impossibilità di fermarmi con il cane in appartamento in Austria mi sono messa alla ricerca di strutture che accogliessero  cani.
Dapprima ho soggiornato al Monaco hotel di Santo Stefano di Cadore. Albergo  carino con buona cucina. Il mio non era l’unico cane. Durante i pasti lo lasciavo in stanza chiuso nel trasportino (ampio) temendo graffiasse la porta e al ritorno lo premiavo con qualche verdura sottratta al buffet della cena.
Dietro l’hotel c’era un bel giardino per fargli fare la pipì.
Dopo una quindicina di giorni mi sono fatta tentare dall’hotel con piscine per cani, Sonja a Cadipietra  in Valle Aurina.


E qui c’è da raccontare.
Hotel Sonja - Cadipietra
In questo hotel c’è gente un po’ da tutta Italia e Germania. I cani ospitati sono davvero tanti. Le persone che arrivano qui amano appassionatamente il loro peloso e di solito si tratta di cani viziati ai quali non importa proprio niente di socializzare con i simili: è molto più importante stare con i padroni.
Succedono zuffe e abbai un po’ ovunque (tranne di notte) quando i cani si incontrano. Ognuno pensa di avere il cane perfetto anche se non lo dice, per cui bisogna stare attenti al comportamento del proprio se non ci si vuole inimicare qualcuno. Basta che il tuo cane segua per un po’ un altro e quest’ultimo non gradisca, che subita scatta la protezione padrone. O se ne va lui o ti fa capire che sarebbe meglio te ne andassi tu.
Le due aree giochi, una con piccole attrezzature da agility e una con piscine sono piccole. Verso sera
sono troppo affollate e dentro non ci si sente a proprio agio (animali  compresi io credo).
Ho visto pochi cani andare in acqua, soprattutto sulla piscina grande.  Nei quattro giorni di permanenza ci è entrata solo Taby e un pastore tedesco.

Taby sulla piscina grande

La struttura ha  una utile stanza per lavare gli animali con vasca, shampoo, asciugamani , phon.
Io l’ho adoperata visto che la cockerina ama l’acqua e so di proprietari di un levriero afghano che la utilizzavano per toelettare il proprio bellissimo esemplare.
L’hotel era un po’ spartano (anche se il prezzo non lo era): reception, quando era aperta,  simile ad uno sportello d’ufficio, primi piatti alla sera da storcere il naso. Comunque le persone che vanno là non vanno per la cucina. Ed in effetti la piacevolezza di posti come questi  è il sentirsi ben accettati nonostante il cane.
Gli animali erano ammessi anche al ristorante. Io non avrei mai potuto portarci Taby: lei mendica continuamente. Ultimamente se non allungo un bocconcino persino abbaia. No, non avrei potuto andarci.
Al ristorante si vede un po’ di tutto: ho visto una coppia di mezza età con due meticci adottati dal sud che pranzavano seduti con loro. Sì, quattro sedie occupate: due persone e due cani seduti. Erano incredibili. Dipendevano in tutto e per tutto dai capricci dei loro animali. Si facevano spostare di tavolo se uno dei cani aveva in antipatia un cane del tavolo vicino. Di notte facevano i turni per portare i cani a fare la pipì:
“Sa signora poverini, soffrono da disagio da cambiamento, non sono abituati!”

Non ho potuto fare a meno di considerare come questi cani sottratti ad una vita di stenti dalle strade di Siracusa siano finiti seduti a tavola in un hotel dell’Alto Adige, vezzeggiati e ripresi come bambini i cui nonni permettono tutto.
Taby adora la montagna, è il mio apripista lungo i sentieri. Ritrova le tracce del ritorno. E’ sempre libera e non si allontana mai tranne quando siamo vicini ad un torrente e allora scende a rinfrescarsi. Sempre dieci metri avanti a me. Quando arriviamo alle malghe si rinfresca tuffandosi in un abbeveratoio e si rifocilla mendicando un po’ di torta (anzi quasi metà) che ho ordinato.
Per cui tornerò in montagna. Ci tornerò tra poco in un hotel dove sono ammessi i cani con un sovraprezzo.
Dopo tutto anche a lei come a tutti gli altri basta il proprio padrone vicino, un corso d’acqua, una strada in mezzo al prato.



Taby si rinfresca


Taby in ovovia