venerdì 2 dicembre 2016

POI DOVE TORNERESTI?




GRANDE GEYSER



    Un altro luogo dove senz’altro tornerei è l’Islanda.

L’Islanda è un posto inaspettato: paesaggi  silenziosi (ma mai monotoni) anche quando c’è molto turismo.

Per il nostro viaggio, effettuato a Luglio 2009, abbiamo fatto un mix. In parte è stato costruito da me e parte tramite agenzia di viaggio.

Ovviamente, come ormai sa chi ha letto i miei diari precedenti, mi sono servita del web per avere informazioni su voli , noleggio auto, ristoranti.

Di solito faccio così: vado in una agenzia di viaggio e porto a casa alcuni depliant del posto che intendo visitare. Seguo di massima i tour che propongono in base anche ai giorni che ho a disposizione cercando  posti insoliti e segnalati dalle guide lungo il tragitto.

Guida cartacea: Routard. Attenzione perché talvolta  non è presente l’ultima edizione in italiano. Per cui o ne prendete un’altra o se siete bravi in inglese o francese prendete l’ultima edizione in lingua straniera.

Quando il viaggio è col fai da te, talvolta possono capitare inconvenienti. Incidenti di percorso. Però formano  anche se lì per lì ti viene lo sconforto.

Ho già parlato dei miei imprevisti nel viaggio in Florida: http://diviaggiedimakeup.blogspot.it/2016/06/florida-ma-anche-no_23.html.

Anche questo viaggio non è cominciato  bene.

Per avere un volo diretto abbiamo prenotato con la low cost Island Express con  partenza da Bologna. Sconsiglio i voli low cost per tragitti così lunghi. Se ci sono dei problemi in aeroporto ricadono prima di tutto su questi.

Il volo doveva partire  verso le otto di sera e arrivare a Reykjavík verso la mezzanotte e mezza dove avevamo la prima notte già prenotata.

Arrivati in aeroporto il volo a causa di uno sciopero era stato spostato alle 2.30 di notte. Che fare? Abbiamo pensato di uscire a mangiare qualcosa in un ristorante. Quando siamo tornati abbiamo scoperto che il check in stava chiudendo perché quello no, non era stato spostato. Per cui ci siamo imbarcati quasi per ultimi. Volo disagiato per un tizio seduto dietro di noi che beveva e sbraitava (ma questo capiterà anche in un altro viaggio).




Atterrati stanchi, infastiditi a Reykjavík abbiamo aspettato invano le valigie. Essendoci imbarcati tra gli ultimi sono rimaste a Bologna insieme a quelle di altre persone.

Vi dirò la verità che lo scoraggiamento  in quel momento è stato così tanto che volevo prendere un aereo e tornarmene indietro.




Non l’ho fatto. E ho fatto bene perché l’Islanda è stupenda.

Intanto il clima era mite. Giacche a vento sì (quelle per fortuna erano sul bagaglio a mano) ma nelle ore centrali si poteva restare in maniche corte.

L’auto, prenotata con l’ente del turismo islandese Farm Holiday, l’abbiamo ritirata in aeroporto e,  saltata la prima notte prenotata, abbiamo cominciato il tour programmato.

L’isola si gira tranquillamente lungo un anello che segue la costa. Il giro può essere fatto in senso orario e antiorario. Noi abbiamo fatto quest’ultimo. Se ci si limita a questo itinerario non servono fuoristrada. Se invece si fanno piste interne il fuoristrada serve eccome. L’Islanda, udite: è il paese delle cascate, dei cristalli, dell’acqua. Le piste interne sono interrotte da rivoli e torrenti che mettono a dura prova il guidatore. E vi assicuro che in quelle lande se c’è un problema si può aspettare ore.


Itinerario:

 Reykjavík– Vic  con una deviazione per vedere il grande e il piccolo Geysir e poi la cascata di Gullfoss.

Paesaggio verde montano  abbellito da scogliere e cascate lungo la strada (Skogafoss).



Cascata di Gullfoss



Panorama dall'hotel Dirolay


Hotel prenotato on line: Dirolay, spartano, un po’ come tutte le sistemazioni in Islanda. Ciliegina sulla torta: mancava l’acqua calda e una doccia dopo le peripezie del viaggio sarebbe stata molto gradita. Pazienza, il mattino successivo dopo una dormita, una doccia (acqua calda tornata,) una ottima colazione siamo ripartiti alla grande.

Vic – Hofn con soste per visitare la cascata di Svartifoss (quella che a me è piaciuta di più) e tour  nel ghiacciaio con mezzo anfibio.

Svartifoss


Ghiacciaio Vatnajokull


Hotel Hofn, forse il più chic, tra quelli prenotati. Zuppa di aragoste squisita. Personale stra-gentile che ci ha aiutato a riavere i nostri bagagli.

Hofn – Egilsstadir montagne e perdute fattorie battute dal vento. Pecore e cavalli.

Hotel Egilsstadir. Hotel buono, stanza minuscola. Cena al caffè Nielsen (buona).

Egilsstadir-Myvatn dove sosteremo 2 notti. Hotel Elda (un miniappartamento triste).

Visita alle cascate: Dettifoss, imponente e potente e Godafoss.  E al lago Myvatn.





Cascata Dettifoss
 E poi verso nord nei pittoreschi paesaggi della costa fino a Husavick per  l’avvistamento delle balene  (escursione prenotata il giorno prima telefonicamente- sconsigliata a chi soffre di mal di mare).

 
Husavick

Poi è consigliato immergersi nei paesaggi lavici e  nella  laguna blu del nord.



 
Laguna Blu del Nord


Myvatn- Reykjavík tragitto monotono (l’unico di tutto il viaggio).

Pernottamente a Reikiavich hotel prenotato dall’agenzia di viaggi. Credo hotel Skuggi. Moderno e confortevole. 
Cena al Saegreifinn - the Sea Baron: una delusione totale. Nella guida e su Tripadvisor era messo ai primi posti. Ma non è un ristorante: è poco più di una baracca umida e unta dove per un prezzo indubbiamente modesto ti accalchi per trovare posto. Un fast food spartano: ma anche NO!

Finire il viaggio in questo posto desolante ha un po’ mortificato l’immagine di questa splendida isola dove tornerei senz’altro.
The Sea Baron


CONSIGLI:

A Reikiavich non è facile girare con l’auto. A quei tempi (2009) non avevamo il navigatore e le strade erano senza nome. Uscire dalla capitale all’arrivo non è stato facile.

Ovunque si paga con carta di credito, anche la benzina. Per cui partite portandovi dietro il codice pin perchè lo chiedono un po’ dappertutto. Benzinai compresi. Per il carburante si possono comprare anche delle carte prepagate nei supermercati.

Noi abbiamo sempre dormito in hotel (non abbiamo mai avuto stanze con vista). Se dovessi rifare il viaggio soggiornerei nelle scuole. Hanno stanze doppie con bagno, costano meno e ho sentito che si sta bene.

Il cibo è buono  e tutti conoscono l’inglese.
Dell'Islanda mi sono rimasti la quiete e la calma, gli ampi spazi, i ghiacciai che arrivano fino in strada, i rivoli lavici  neri dei torrenti.
CIAO

p.s. al ritorno abbiamo chiesto il rimborso alla compagnia aerea per la prima notte pagata e persa causa ritardo del volo. Dopo una serie infinita di mail siamo riusciti ad avere 100 $ per lo smarrimento bagagli.
p.s. il Terzo posto dove tornerei sono le Seychelles di cui ho già parlato: http://diviaggiedimakeup.blogspot.it/2016/09/seychelles-fai-da-te-si-ma.html