mercoledì 19 ottobre 2016

IL CONTRARIO DI TUTTO







        Appassionata di make up ormai da tanti anni sono arrivata ad una conclusione: nel trucco valgono solo le regole principali. Che so: sì al correttore sotto le occhiaie,  no sopracciglia sottili ad una certa età, no troppo ravvicinate se si hanno occhi vicini, no rossetto acceso e opaco con labbra sottili (ma neanche solo lucidalabbra che cola).
Per il resto: buon gusto, colpo d’occhio.
Stando alle regole delle make up artist chi ha gli occhi incappucciati  (secondo me sono fra i più belli) dovrebbe ingrandirli ombreggiando e alzando la piega dell’occhio. 
Ma guardate questi esempi:



     Raquel Bilson



 niente ombreggiatura, solo un filo di eye liner che esce dall'occhio e lo rende orientale e particolare.

Altro esempio simile




Occhi piccoli.
Stando alle regole del make up le ciglia finte andrebbero messe più lunghe nella parte finale dell’occhio:
Ma guardate invece queste. Secondo me ingrandiscono di più l’occhio.


Vi allego anche il tutorial di una ragazza americana (credo) che fa vedere l'effetto delle ciglia più lunghe al centro e di come aprano gli occhi.

Ombretto brillante satinato su occhi incappucciati e pelle matura. I consigli dei truccatori? No assolutamente. 
E invece:



Blake Lively sta benissimo con un ombretto brillante satinato nella parte centrale sotto le sopracciglia.
Poi, lasciatemi dire la mia su alcune critiche che circolano sul web.
Kate Middleton viene disapprovata per  la  riga di matita nera/eyeliner staccata dalla rima inferiore degli occhi.
A mio avviso invece sta da Dio. Le rende lo sguardo più vivace, monello.




E poi credete che se non fosse il trucco che le sta meglio con tutti i visagisti, truccatori, make up artist che avrà a disposizione lo terrebbe ancora?

Labbra grosse: non stanno bene a tutte. Un viso è fatto di proporzioni, di luce. Di unicità.
Nella foto sopra pensate che Blake Lively starebbe bene con i labbroni? Nooooo...
Per fortuna adesso anche i nasi rifatti seguono la linea del naso preesistente, togliendo solo le disarmonie.

Certi occhi piccoli che spariscono quando si sorride a me piacciono. Trasmettono buonumore.



Per cui quello che posso dire: rispettiamo il nostro viso, togliamoci i difetti. Ma restiamo noi, riconosciamoci allo specchio ogni mattina. E come ogni mattina non ci accorgeremo di quella ruga che ieri non avevamo.

lunedì 10 ottobre 2016

AMSTERDAM - C'ERA UNA VOLTA






AMSTERDAM-quartiere delle Beghine

      Dunque, adesso vi voglio raccontare del mio viaggio tra le casette di marzapane e i canali dove i cigni si incontrano in mezzo al ghiaccio.
Sto parlando di Amsterdam. In inverno.

“Non ci voglio andare in questo periodo, fa troppo freddo! E poi i voli saranno bloccati” ha detto il consorte.

A me invece piace l’idea del nord con la neve, sotto Natale.

“ Ti immagini le strade addobbate, i canali, i pattinatori. Di chi era “Pattini d’Argento” *? Non era ambientato in Olanda?”

Dunque è deciso, si parte.
Volo Transavia: mannaggia, non riesco mai a beccarmi l’offerta. L’hotel? Guardo, riguardo. Alla fine decido: The Bridge, le recensioni sono buone e sul prezzo è compresa la colazione e la vista sul canale.
The bridge Hotel



Leggo i resoconti di viaggio, le guide. Tutti dicono che non ci si può perdere la visita alla casa di Anna Frank. E di prenotare on line perché spesso c’è la fila.
E allora li ascolto e prenoto. Attenzione perché sul sito i posti liberi sono proprio quelli indicati. Se tentate di prenotare per un orario e vi dice che 2 posti non ci sono ma 1 sì, è davvero così.
Io ho pensato: magari si devono acquistare i biglietti uno alla volta e così mi sono ritrovata con un ingresso ad un’ora ed un altro all’ora seguente…
Partenza il venerdì,  proprio il fatidico venerdì che qui nevica, le autostrade sono bloccate, i voli cancellati, il consorte  che dice: 
“ Hai visto? Te l’avevo detto!”
E invece si parte, dopo tre ore di attesa, ma si parte.
E si atterra, dopo una mezz’ora di giri sopra Amsterdam per aspettare che  puliscano le piste, ma si atterra.
Non vi sto a parlare dei problemi che si incontrano quando si arriva in un aeroporto dopo una nevicata di quindici centimetri. Quelle dopotutto, sono cose che possono capitare, vi do solo alcuni consigli.
Non è vero che al nord sono più attrezzati in caso di neve. Anzi nei tre giorni che sono rimasta non ho visto alcun mezzo che  pulisse le strade o  i marciapiedi. Né granella, né sale. In compenso ho visto tre persone infortunate e numerose ambulanze.
Se l’aeroporto è bloccato, aspettate il treno. Che poi è anche il consiglio che mi ha dato l’impiegata dell’albergo quando  ho telefonato verso sera per dirle che dall’aeroporto di Schilphol non riuscivo a raggiungere la città.
Il treno prima o dopo parte sempre, come pure la metropolitana una volta arrivati a Centraal Station.
I biglietti della metro: si fanno fuori dell’entrata principale sulla sinistra (noi abbiamo penato a trovarla). Praticamente di fianco alla stazione c’è un palazzetto con scritto GVB; se gli uffici sono chiusi usate le macchinette che accettano moneta. Consiglio di fare il ticket per uno  o due giorni così avete la possibilità di salire su qualsiasi mezzo (tram, bus, metro) senza alcuna preoccupazione. Nei tram i biglietti si convalidano appoggiandoli in salita su un sensore.
Che Amsterdam sia bella lo capiamo subito, anche se ci disorientiamo in mezzo alla neve in cerca dell’albergo. Alla fine lo troviamo. Coccolo, caldo, con una vista spettacolare: i nostri fiati appoggiati alle finestre.
Usciamo silenziosi in cerca del ristorante Tempo Deloe dove abbiamo deciso di cenare. E’ segnalato in più guide. Ad Amsterdam oltre alla cucina tradizione è consigliato il rijstafel, piatto indonesiano. Io non l’avevo mai sentito, ma bisogna pur provare…
Il consorte (che è il navigatore)  trova subito il posto.
Dunque, intanto dentro è caldo. E visto che fuori sarà – 12° a me sembra tutto già buono.
Vi consiglio di chiedere la versione no spicy. Perché anche se dite che volete poco piccante è piccante tanto. E ammazza il gusto di tutto.
Prezzo medio.
Ecco le visite che abbiamo programmato: Anna Frank house, dove ci fanno entrare insieme nonostante l’orario di ingresso dei biglietti sia diverso, ma c’è poca gente. Da vedere. Ben strutturato il percorso e coinvolgente.
The Begijnhof, un luogo piccolo e suggestivo (due entrate, una è da un portone che sembra quello di una casa) dove si ritiravano le beghine.
Dam Platz e il Magna Plaza dove spero di trovare un decoro natalizio che ho visto in albergo (non lo trovo!)
Il Mercato dei Fiori che credevo più grande. Un po’ mi ha deluso, ma siamo in inverno e forse in estate è tutta un’altra cosa.
Il museo Van Gogh: ci si arriva dal nostro albergo cambiando 2 tram. Ma è facile. Ci sono le cartine della città con le linee  e le fermate e dentro al tram c’è una tabella luminosa che segnala le stazioni.
Il Villaggio di Zaanse Schans, se ci riusciamo, a 15 km. dalla città (ma non ci riusciamo).

Ecco le altre cose che ci siamo ripromessi di fare:
- Mangiare lo stamppott, piatto tipico. Lo mangiamo la seconda sera al ristorante The Mooders.

The Mooders Restaurant

Delusione. Forse mangiandolo in qualche altro posto… non so.
- Assaggiare i pannekoke, specie di omelette che possono essere sia dolci che salate. Noi le prendiamo  al Carousel. Buone, le consiglio.
-Rapida occhiata al Red Light District. Noi ci andiamo la seconda sera dopo il ristorante. Ma sarà che ci sentiamo impacciati e un po’ timorosi, sarà che vediamo soprattutto giovanotti “alticci”, ce ne andiamo in fretta. Magari di giorno è diverso.

Ad Amsterdam è bello fotografare le biciclette coperte di neve. Sono abbandonate lungo i canali e attendono la primavera. Ma c’è chi pedala anche con il ghiaccio.
Chiedo al consorte:
“Ma le biciclette avranno le ruote da neve?”

Ma le biciclette avranno le ruote da neve?

A piazza Leidseplein ci sono le bancarelle di Natale e una pista di pattinaggio.





 

A piazza Rembrandt c’è anche la giostrina dei cavalli. Di quelle come nel film di Mary Poppins. Guardo in alto e le case affacciate sui canali sembrano dolcetti di marzapane. Ad ogni ponte ci sono le capanne natalizie dei fiorai con gli abeti fuori. E la neve sui rami è talmente perfetta che li fa sembrare finti.
Il silenzio della neve aspetta che si accendano le prime luci della sera quando i cigni che passano davanti al nostro albergo si nascondono sotto i ponti. Le house boat ancorate lungo le rive fanno vivere di luce le stanze.
E il freddo del nord ghiaccia le strade e ti fa tornare a casa.


* Pattini D’argento autore Mapes Dodge Mary

Viaggio effettuato a dicembre 2010

sabato 1 ottobre 2016

POCHI FANNO LA DIFFERENZA

Appena il verde se ne va speri in una goccia di acqua





     Cosa seguo di più nei blog e nei forum di trucco? 
I prodotti consigliati. Quelli che hanno fatto la differenza su chi li ha applicati.
Ho deciso di parlarvi  dei miei preferiti (quelli a cui non rinuncerei):
Io: pelle secca e matura.
Prodotti skin care (cura del viso) Due sieri: Syncrovit C fialette alla vitamina c da applicare sul viso alla sera e/o alla mattina prima della crema abituale. Per me hanno fatto la differenza. Anche dopo il primo periodo quando la pelle si abitua al trattamento.
Il secondo siero è di Clarins – Double serum. La mia pelle quando lo metto è come se ritrovasse un caro amico: “Ciao, che bello rivederti!”.
Devo precisare una cosa: il siero alla vitamina c mi è stato prescritto dalla dermatologa per contrastare il foto invecchiamento. Dopo di che ho scoperto fra le esperte di cura della pelle in internet che le creme di profumeria sono snobbate. Vanno alla grande quelle di farmacia. Oltretutto tante volte costano anche meno. Le marche sono un po’ di nicchia: italiane, francesi, americane.
Poi ho capito che mettere le creme con un massaggio aiuta molto.


Prodotti trucco: Face and Body di Mac. Stupendo, meraviglioso. Va steso bene (io lo stendo col pollice) prima nelle zone con qualche imperfezione poi lo sfumo sul resto del viso.
Ho due numerazioni: N3 e il C7 (quest’ultimo lo aggiungo al primo –qualche goccia- se voglio un effetto un po’ abbronzato). Io però ho una bella pelle di suo. Non è adatto a chi vuole molta coprenza.









 Stupendo, meraviglioso, liftante, stirante, "porcellanante" (da porcellana), uniformante, illuminante, setificante, opalescente, traslucente.
Tutte le youtubers lo mettono tra i prodotti  migliori di sempre.








Blush: mi piacciono, ne ho molti, in polvere e in crema (preferisco questi ultimi). Se proprio ne dovessi scegliere uno opterei per il by Terry – Peach posh color. Molto scrivente e idratante.

Correttore occhiaie: ne ho una infinità. Bobby Brown in light peach, Korres, Hourglass (spesa inutile), Erase paste della Benefit, Collistar filler, Madina, Nouba (giallo), Catrice (forse quest’ultimo è il migliore). E due correttori illuminanti in penna ( la roche posay e maybelline dream lumi touch).
No, non c’è n’è uno che preferirei. E sì che sono tutti prodotti definiti validi.



 









                                                            I miei correttori
                                                        (manca il Nouba giallo)







Mascara: io ho gli occhi incappucciati per cui il mascara tende a sporcare la zona fissa sotto le sopracciglia. Per anni ho testato molti prodotti waterproof. Poi ho provato They' re real! della Benefit e questo tende a lasciare meno tracce. Però se è caldo, se sudo, cola anche lui.





 Rossetti? Mah, ho le labbra sottili, ne metto poco, mai scuro. Per cui alla fine uno vale l’altro (no matte, per carità!).


Ciao.