lunedì 1 aprile 2024

LE CAPACITA' DI ALESSIA PIFFERI

 

Alessia Pifferi, sguardo impostato, una bottiglietta d'acqua

       Sono arrivata alla mia età, avvalorata anche da certi casi di cronaca che mi hanno interessata, per capire che alcune persone sono il male. Non ne conosco i meccanismi o le cause, è una questione di pelle, di segnali. Di comunicazione.

Alessia Pifferi, madre degenere che ha lasciato morire di sete e di fame la sua bambina di 18 mesi in un giorno di luglio con 40 gradi perché doveva andare in vacanza dall’uomo di turno per me è il male.

La ritengo pericolosa, libera potrebbe colpire ancora con la capacità camaleontica che ha di travestirsi.

Alessia Pifferi nella sua amoralità, nel suo essere priva di scrupoli sa mettere il vestito della tonta ritardata che fa del male perché obnubilata dalla poca capacità intellettiva. Come certi assassini dei film.

E' riuscita a manipolare quattro psicologhe, ad inguaiare un avvocato difensore donna che parole sue (del difensore) voleva portarsela a casa perché era diventata un’amica e le faceva pena.

Certo adesso questa Giovanna d’Arco si è un po’ ridimensionata dopo che una perizia disposta dal tribunale ha stabilito, nero su bianco, che la sua assistita non ha nessuna patologia ed al momento dell’omicidio era capace di intendere e volere.

Se ne ricava che Alessia è capace di manipolare soprattutto o forse solo le donne.

La sua pinguedine, le sue labbra sbavate di rossetto che succhiano cioccolatini sono una vista fastidiosa. Un errore della difesa a mio avviso proporla così,  tonta e viscida direttrice di collegio.

Alessia viene ripresa mentre beve bottigliette d’acqua, quella sete che non ha considerato su sua figlia.

Tutto in lei per me dimostra scaltrezza: il linguaggio, la sua capacità di comprensione, la sua esposizione ( la scenetta che fa in tribunale con il “non mi sgridi”).

Alessia è una bugiarda patologica, affermano: però le si crede quando lo si vuole. 

Non penso che nelle assenze precedenti da casa avesse lasciato 3 biberon alla figlia (troppo lavoro) credo  ne avesse lasciato uno solo però pensava che mentendo sarebbe stata vista meno scellerata. Questo le si è rivoltato contro perché se ne deduce una intenzionalità di uccidere nell’ultimo abbandono. Di 7 giorni.

E  quando dopo 4 (giorni) è tornata vicino a casa  non è andata a vedere la figlia, a nutrirla, a riempire un altro biberon: avrebbe potuto salvarla.

Alessia Pifferi merita l’ergastolo. Per la gravità di quello che ha fatto, per il mancato pentimento, perchè persone come lei devono essere allontanate dalla società. Alessia è il male. Una vergogna per l’essere umano. Non le trovo attenuanti, la vedo solo un pericolo, Recupero? Non ci sarà mai.

 

Diana Pifferi, che sia fatta giustizia per la sua sofferenza

 

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