mercoledì 22 dicembre 2021

3 DI TUTTO (MAKE UP E SKIN CARE)

 

    Parliamo di skincare e make up a 60 anni con pelle matura e molto secca, da appassionata, da studiosa, da ricercatrice. Come lo è chi ha un interesse profondo e la scoperta di prodotti “giusti”fa parte della passione. Diciamolo: è soddisfazione dire ad un prodotto:

 ”tu per me sei il migliore!”

Da cosa cominciamo?

SKIN CARE (principi in generale, io uso questi brand ma ne vanno bene senz’altro altri)

1 Vitamina C – Syncrovit in fiale

2 Acido ialuronico – Hada labo/ Cosrx

3 Protezione solare – ISDN fusion fluid

A questo punto se qualcuno mi dicesse: “ Puoi tenere solo tre prodotti” tra make up e skincare la mia risposta sarebbe:

1 Correttore

2 Protezione solare

3 Matita soppraciglia (le ho ancora belle ma definirle apre lo sguardo)

 

Continuiamo col make up.

 

PRIMER (i primi due sono a pari merito)

1 Misha glow balm

2 Holliwood flawless filter  C.T.

3 Poreless di Benefit per l’estate

FONDOTINTA

1 Instamoisture di KIKO

2 Flawless foundation di C.T.

3 Face&Body di MAC

CORRETTORE

1 Bye bye under eye IT cosmetic (meraviglioso per occhiaie profonde e contorno secco)

2 Erase di Maybelline

3 Instant concealer Lancome

BLUSH (oddio solo 3?)

1 MAC go play blush in so natural

2 NARS orgasm

3 Daniel Sandler in rose glow

BRONZER

1 BECCA in Bali sand

2 ELF in tan Lines

3 BOBBI BROWN in Aruba

HIGHTLIGHTER

1 Hightlighter in crema di A.B.H.

A dire il vero ho solo questo, no, ne ho anche uno in polvere ma gli illuminanti ad una certa età vanno messi con parsimonia e la texture in crema è più sfumabile, leggera.

ROSSETTI, LUCIDALABBRA?

La mia bocca è piccola, le mie labbra sottili. Tendo a mimetizzarla. Mai colori accesi. Matite labbra sì ma ogni tanto e nude.

I lucidalabbra (gloss) sulle labbra piccolae tendono a bavare (fare marmellata), i rossetti mat ad incartapecorirle. Sì ho rossetti soprattutto di MAC. Sheer o lustre. Colori nude albicocca.

Tra i preferiti:

 1 Oreal shine 64

2 MAC lustre in highlights.

3 Rimmel 700

Lucidalabbra cremosi

1Neve cosmetics  sunrise with Sea monster

2Fenty Beauty gloss bomb in cheek

 

Prodotti make up più desiderati negli anni  😍

1 Fun & games di MAC Blush

2 Holliwood fawless filter di C.T.

3 Palette occhi LORAC1

Prodotti che più mi hanno delusa  😞

1 Blush in crema di Urban Decay in rush

2 Clinique brown eyeliner

3 Mini size bronzer too faced Chocolat Soleil (dicono sia solo un problema della mini size)

Prodotti ritenuti migliori (make up)  😇

1 Instamoisture di Kiko fondotinta

2 It cosmetics correttore bye bye under eye

3 Matita occhi in gel della BBI@ waterproof (prodotto coreano)

Prodotti ritenuti migliori (skin care)  😇

1 Hada labo tonico acido jaluronico

2 Syncrovit c

3 Creme viso di Shiseido

Prodotti buttati subito  😒

1 Jouer correttore (colore sbagliato)

2 Oreal fondotinta true match

3 The ordinary serum foundation

Prodotti buttati dopo un po’  🙁

1 Marc jacobs matita occhi in hearth quake (sbavava)

2 Benefit correttore boi-ing cakeless

3 Oreal true match serum nude foundation 

Prodotti che hanno confermato la loro fama  👍

1 Holliwood flawless filter di C.T. illuminante/primer

2 Bronzer Becca in bali sand

3 Blush Milani luminoso

Prodotti dimenticati  🥱

1 Palette occhi Revolution Soph (ma un po’ tutte le palette/ombretti occhi)

2 Blush Carlotte Tilbury

3 Primer viso Becca First light filter

Prodotti che ho più numerosi  😁

1 Blush

2 Correttori

3 ombretti

Prodotti che ho da più tempo  😐

1 Palette occhi Incognito di Dior

2 Un blush in polvere pescato di Ultima II (esiste ancora il brand?)

3 Fondo Face&Body di MAC

sabato 18 settembre 2021

I BLUSH, CHE PASSIONE!

 

   

    I Blush (una volta si chiamavano fard) sono la mia passione. Il primo l’ ho acquistato ormai tanti anni fa in una cittadina vicino a Parigi, in cui ero in vacanza. Si trattava di un blush cotto rosa acceso perlato, un regalo per mia sorella sempre pallida. Non lo mise mai. In compenso fu il primo approccio con questo prodotto che a dire il vero (per giustificare la sorella) negli anni 60/70 non si usava molto.

Fun&games di Mac
C’era il mascara, il correttore, l’ombretto. Il blush ce l’ha mostrato Clio quando abbiamo seguito i suoi tutorial. Oh, mamma, mi ricordo un blush pescato fuori produzione che ho inseguito on line per il mondo che lei adoperava, poi c’è stato l'Hello Kitty di Mac,  oggetto di una caccia minuziosa per evitare i fake. Prezzi astronomici. Quello acquistato da me sembrava autentico anche se mancava un identifivativo rispetto all' originale. Il colore in sé non era niente di che. Un peschina pallido satinato che virava al cacchina: averlo era un must.

 

 

   

Poi, la prima grande delusione: il Blush di Urban Decay in Rush. Per Clio la perfezione. 

Su di me era: avvinazzata couperosica. Un trauma buttarlo via dopo i soldi spesi e tanta strada per farlo arrivare.

Il blush più usato in quel periodo è stato uno di drugstore rosina pallido.

Sono dell’idea che in linea di massimo i blush debbano seguire il sottotono della propria pelle.

Poi meglio se si accordano con il colore del rossetto o i  colori del trucco.

In estate si adoperano di più i pesca, in inverno i rosa.

 Poi ci sono quelli dai colori naturali rosa nuetri/marroncini, che stanno bene un po’ a tutte. Per anni ne ho messo uno di Arval liquido (foto sotto):

Avendo la pelle secca mi stanno meglio  i blush liquidi o in crema. Anche se la fama di alcuni in polvere mi ha fatto fare delle eccezioni.

Daniel Sandler Blush
Non ho blush preferiti e li metto a secondo dell’umore. Tendo comunque a mettere sopra una ”picchiettata” di Rose glow di Daniel Sandler che è un mix tra blush e illuminante.

A proposito di Daniel Sandler: sapete che sul suo sito vendono le mini- mini size dei blush? Per cui si ha l'opportunità di provarne più di uno senza ritrovarsi a casa una full size di cui magari ci pentiamo.


Ricomprerò senz'altro il colore Rose Glow che nasce come illiminante. Non mi è piaciuto Angel, troppo piatto.

Mi piacciono molto i blush di MAC. Soprattutto i Glow play una forma in crema mousse. Davvero belli.

Primi 3 Blush da dx: grande, peech me, so natural

I miei blush MAC: Melba, Blushbaby, newRomance in polvere    

Due dei miei blush in polvere Mac: melba sx (famosissimo) e blushbaby dx il preferito di ponymakeup


Due blush in crema che mi sono stati suggeriti da un tutorial di Pony Makeup (blossom makeup- adesso è privato) sono questi:


skinfood soft cream blusher

 lei li mette in questo modo:

e il risultato è davvero piacevole.
Un blush che proprio non mi è piaciuto anche se nominato da qualche youtuber è il costoso Minimalist blush in mousse di Shiseido in quanto si arrotola su se stesso e fa i pallini👇

Ottimi anche questi blush sotto di Catrice in polvere burrosa. Migliori di tanti più costosi.

 

n. 020 e 080
Poi ci sono le tentazioni e intendo i blush più nominati e blasonati.

Di solito compro le mini size sia per il costo sia per la possibilità di provarli: finire un blush è molto difficile.


Ecco sulla foto sopra alcuni dei blush più famosi e desiderati da sx vs dx:

- Hourglass

- Benefit

- Nars (orgasm)

-Charlotte Tilbury

Mi piacciono? Sì. Dono stratosferici? No. Il migliore? Per stesura forse quello di C.T.

Onestamente non li trovo così superiori rispetto ad altri. Sono icone. Desideri da appassionate.

Altro blush famosissimo ma low-cost è quello di Milani: luminoso.

Qui sotto è a confronto con il New Romance di Mac- si tratta di due blush cotti, forse quello di Mac più morbido.

sx Milani rosa pescato- dx Mac rosa chiaro perlato

Un prodotto in crema che adopero tutt'oggi anche se dovrei buttare (ce l'ho da troppo tempo) è lo hyaluronic blush in tubetto di By Terry  ( Peach posh), veramente carino e persistente. Fuori produzione.

Poi ci sono i blush juicy gelatinosi simili a lucidalabbra:


Questi sopra sono  di Visee sx e Max Factor dx sono luminosi e pigmentati.

Termino con due ultime nuove entrate di Popcolor e 3ina:


Mi mancavano? No. Simili? Sì.

Giuro che per un pezzo non ne compro più!

giovedì 5 agosto 2021

SWALLOW

 

Immagine dal film


     Volevo parlare di blush e ne parlerò nel prossimo articolo. Ma ieri sera ho visto il film Swallow che mi è piaciuto molto. Uno di quelli che fanno riflettere, nelle mie corde.

Cavolo, mi sono detta proprio un bel film con un finale che soddisfa, che speri succeda ma temi non succeda.

Ne parlerò dando del voi. In Sicilia quando ci si rivolge ad un pubblico amico si dà del tu, al singolare. E’ certamente più diretto e coinvolgente ma io vivo al nord, sono del nord per cui userò il voi (chissà perché mi ha tentato il tu?).

Il film è classificato come thriller ma thriller non è. Forse sono le atmosfere, il succedersi degli avvenimenti in modo lento e sospensivo in cui si teme il precipitarsi continuo della situazione. La protagonista è in pericolo (una bravissima Haley Bennet).  

In qualche recensione l’ho visto classificato come horror. Ma dove? Solo perché si mostrano piccoli frammenti di manovre chirurgiche?

Ormai le vediamo dappertutto, o forse è l’orrore della situazione in sé? Ma anche quella la vediamo dappertutto.

Swallow vuol dire inghiottire, boccone ma vuol dire anche rondine. E senz’altro il titolo strizza l’occhio a questa dualità.

Hunter, la protagonista, è una donna come tante. Con un passato traumatico alle spalle, come tante, con un marito assente, come tante.

No, io non definirei la sua una situazione eccezionale. Eccezionale è la sua reazione, la sua ribellione. Che poi è forza.

La mente in noi donne è un rifugio, molto più che negli uomini. La nostra impossibilità di reagire fisicamente ci porta a  sezionare  il pensiero, a trovare soluzioni.

E non è giusto che questo ci classifichi negativamente: disturbate mentali.

La nostra è una strada che conosciamo, da secoli. Come un pugno dato da un uomo in un momento di rabbia. Eccessivo? Forse. Non più sbagliato.

Hunter ha dei suoceri ricchi e stronzi. Che stravedono per il figlio e l’impresa di famiglia.

La nuora (Hunter) è una appendice. Ma succede in tante famiglie.

Hunter ha una bella casa e fa la parte che hanno fatto da sempre le donne. Pulisce, cucina, ozia.

Non viene ascoltata da nessuno. Se credeva di trovare nel matrimonio e nell’amore un balsamo per le sue ferite, si è profondamente sbagliata e l’ha capito. Però è come pietrificata nel suo ruolo. Poteva dare un pugno come appunto avrebbero fatto tanti uomini  (forse il compagno avrebbe capito) e provare a trovare  la sua strada.  Poteva mostrare palesemente le ingiustizie e difficoltà. Non lo fa, continua in quel ruolo zoppo, si mette una maschera a copertura di quello che è veramente. Ma mai la maschera ci fa diventare quello che non siamo. Le persone ci devono amare/vedere senza trucco. E dobbiamo sentire il diritto di essere accolte così.

Quando Hunter parla il suo discorso sfuma negli interventi degli altri che cambiano argomento. E’ successo spesso anche a me.

 

Immagine del film
  

Io credo che dobbiamo dare alle donne  qualche responsabilità. Le reazioni degli altri sono spesso provocate dal nostro comportamento. La nostra passività, il lasciar correre deve essere consapevole. Non siamo vittime per principio.

Hunter resta incinta e non vuole. Non in quella situazione, non con un passato irrisolto. Si ribella inghiottendo cose: biglie, pile, chiodi, lame. Un po’ come tante adolescenti che si tagliano.

Coprire un male più profondo. Entra in quella che viene definita malattia mentale. Si tratta solo di una reazione a un disagio passato e attuale.

In alcune recensioni ho letto che una volta incinta Hunter riceve più attenzioni dai familiari. A me non sembra: lei viene sempre considerata allo stesso modo. Non il figlio che ha in grembo naturalmente.

Questo è un film sull’aborto. Sul diritto di una donna di liberarsi di qualcosa che non vuole, che  è stato imposto e che la obbligherà ad una vita con la maschera.

Molto esplicativa la scena finale del film in un bagno pubblico con tante donne giovani che entrano ed escono.

Le sole persone che aiutano Hunter sono una psicologa “prezzolata” dai familiari e un badante siriano che dice: “In guerra non abbiamo di questi problemi: abbiamo già abbastanza difficoltà nel cercare di restare vivi”.

Poi bellissima la scena in cui Hunter cerca protezione al  dolore rifugiandosi sotto il letto e lui (il badante) va a raggiungerla in quel rifugio e restano abbracciati. Una difesa contro la guerra.

Sarà lui ad aprire la porta della gabbia aiutandola a fuggire quando il marito e i suoceri vorrebbero rinchiuderla in un manicomio (può cambiare nome, ma quello è).

Compresa l’irrecuperabilità del rapporto matrimoniale e perdonato il padre (suo) Hunter si riprende la sua vita.

Eliminando non se stessa ma il figlio mai voluto, frutto di una Hunter che non c’è più.

A differenza delle scene cruente di ingoio e estrazione degli oggetti, l’aborto è più semplice, pulito, qualche pillola. Sangue sul water, ed è tutto finito.

Un codino nei capelli al posto del carrè  bon ton, uno zainetto alle spalle (così come le varie lame, chiodi, ecc.) e si riparte. 

Film da vedere assolutamente.