domenica 22 marzo 2020

POVERO CONTE (fase iniziale epidemia da coronavirus)






     Povero Presidente del Consiglio, criticato aspramente i primi giorni del contagio:

"...attenti all’economia, che hai fatto ? Porti l’Italia sul baratro (come se non fosse abituata a starci!) Troppo allarmismo per quattro malati e alcune voci di specialisti, ti sei buttato a capofitto  a spaventare gli italiani! Incosciente! Già stavamo appena  risollevandoci e tu con il tuo maglioncino che ti precipiti in tutte le trasmissioni della domenica! Che pensano i mercati?"


Giletti e Giannini dalla Gruber, il primo a dire: tanto rumore per poco più di una influenza, il secondo indignato e incredulo per un comportamento del premier in preda (secondo lui) ad un eccesso di emozioni.





E così per qualche giorno si fa un po’ di retromarcia. Non tanta. L’unico che resiste è Sgarbi. Ma lui resiste sempre, anche adesso che a Bergamo  i morti non sanno più dove metterli.
Il coronavirus sta soprattutto in televisione. Perché diciamolo il vicino della porta accanto è sempre lo stesso rompicoglioni, con le sue manie e senza un colpo di tosse.
I bambini sono a casa e non ti baciano più, i genitori (tuoi) sono in casa di riposo e gli parli con skype e whatsapp.
Poveri cristi quando ti vedono sullo schermo del cellulare  dicono:
“Ma come sei presa? Ti potevi almeno pettinare!”
Le mamme restano sempre le mamme: vogliono un figlio bello da mostrare.
Conte ogni due giorni fa un decreto, prima chiudono le scuole, poi il lavoro e i negozi, poi cerca di chiudere le persone. A casa.
Per qualche giorno ci stanno poi si stancheranno. Ci sentiamo anche tanto  italiani. Nella disgrazia, nell’indifferenza dell’Europa con la sua puzza sotto il naso.
Ci alleiamo tutti sotto lo stesso torto: il tailleur Chanel di Christine Lagarde, il suo capello grigio leccato, la sua altezzosità. Già.


Christine Lagarde


Conte compare meno, interventi secchi. Parla il Presidente della Repubblica e su lui non c’è nessuno che ha da ridire.
Parlano gli specialisti: ogni trasmissione ne ha di nuovi e più titolati. Ognuno ha il suo preferito. Io aspetto la Capua, la virologa, non miss Italia.
Poi si comincia a dare i numeri. Alle sei. La curva cresce, arrivano i cinesi.
Ci stanno simpatici ‘sti cinesi anche se fino un mese fa era caccia a chi voleva tornare a Prato (però per cortesia smettetela di catturare e macellare pipistrelli).
I presidenti delle regioni dicono  che si fa troppo e poi che si fa troppo poco.
Fontana viene bistrattato perché va sui social con la mascherina… ma era ancora il tempo in cui l’Italia voleva non allarmare. Ce l’avessimo adesso una mascherina da mostrare!
Il nord va a fondo, i napoletani cantano sui balconi e scoprono un farmaco che funziona. Io non avevo dubbi.
Conte aumenta il consenso con grande preoccupazione di Salvini. Ci piace (Conte) perché è l’Italia che sa essere.
E’ il riscatto dell’Italiano "caciaroso" che sbraita e chiede aiuto. E’ il De Falco che tutti vorremmo essere. L’altra faccia rispettabile di questo paese che sventola la bandiera e si organizza.



mercoledì 11 marzo 2020

TRA PRIMER E FILOSOFIA

   
    Fino a qualche anno fa non esistevano, a dire il vero  un sacco di prodotti  non esisteva.
 Adesso il make up ha aperto la porta ai primer: cremine che si mettono sotto il fondotinta. Servono a illuminare,  rendere i pori meno evidenti, a idratare, a fissare quello che ci sta sopra.
Parentesi che sento necessaria: non è che se mi metto il primer non leggo libri. Proprio no. Il mondo , le persone sono diverse e complesse e inaspettate e imprevedibili. Una mistura tra frivolezze e impegno. Ecco perché non credo agli psicologi. Poverini:  hanno creato una laura sulla sconoscenza.
In che cosa sei laureato? In tutto ciò che non si sa sulla mente umana. Che è tanto, tutto.
E dunque che lavoro fai? Mi arrabatto, vado a intuito, faccio danni. Prendo cantonate colossali.
Ma questo è un discorso legato al post precedente.
Dunque, primer: Funzionano? Ma anche sì, un po’. Più degli psicologi (e rieccoci!)
Quelli da mettere sulla palpebre ( primer) a mio avviso sono soldi sprecati. Un buon correttore leggero che uniformi è più che indicato.
Vi dico quelli che ho:
 
Erborian pink perfect
                                                                                                 Becca first light priming filter


Benefit pore professional
                                            Revlon colorstay prep & protect pimer
                                                                 Clarins lisse minute



Io per la mia pelle (colore), per la mia età preferisco il  Becca.
Il peggiore nel mio caso è l’erborian: come lo metto si forma una pellicola tipo quella per alimenti sul viso. Mi si squama la pelle in alcuni punti. Bah, ma perché ‘sto brand è tanto osannato?
Il benefit, sì,  può essere che livelli i pori, è che i miei non sono troppo evidenti. Il lisse minute l’ho acquistato perché raccomandato da Cliomakeup  come primer del correttore (lei dice di metterlo anche sopra). Il Revlon? Consigliato da Hotand flashy a sua volta considerata da tutti.
Il primer coccola il nostro under eyes e la parte centrale del viso.
Avete mai visto qualcuno che lo mette ai lati?
Sopra le occhiaie è un prodotto che  funziona. Aspettando un po’ che  assciughi,  il correttore poi si stende meglio, fa meno pieghette. Dicono di metterne  poco, è siliconico per lo più. Il fatto è che lo mettiamo alla fine, sopra la skin care per cui il “danno” è limitato. Penso che butterò l’Erborian. Ingombro inutile.