Missili su Kiev ma era un videogioco |
Sono due, tre giorni che sono instabile, confusa.
Sbando perfino. Nei miei 60 e più anni di vita avevo delle certezze. Una di queste era che credevo di essere in un paese democratico. “Teniamoci alla larga dai problemi e non impicciamoci degli affari degli altri”.
Sì, c’è anche la scena nel film la Grande Guerra in cui Gassman e Sordi si immolano davanti agli occhi sfottenti dei tedeschi.
Ma diciamo la verità: noi italiani siamo buoni di cuore, evasori fiscali, Berlusconi fan.
Magari anche drammatici, con la passione dello strillone di strada. COVID, COVID, PERICOLO!!!!
No, che non fosse vero, magari si poteva vivere un po’ meno di virologi e più di buoni propositi e fiducia.
Adesso sta’ roba. L’Ucraina. Manco sapevamo bene dove fosse. Se non per la badante di zia che veniva da là. Che per noi Ucraina, Moldavia, Polonia, sempre un po’ nella stessa zona sono. Dove? Là.
Certo non vicino a casa. In Europa? Non quella che intendevo io. Una roba di Russia.
Che poi si sapesse che la Russia non è un regime democratico, lo si sapeva. Come si sapeva che America e Russia sono sempre state come il cane e il gatto. Sempre a mostrare chi ha il testosterone più alto. Sempre a scontrarsi in tutte le guerre. A volerci mettere il naso: se ce lo metteva una finiva per mettercelo anche l’altra.
L’America le sue guerre dopo l’intervento mondiale le ha perse tutte. La Russia… lo sappiamo che la Russia deve anche fare i conti con il suo impero o ex.
L’America è divisa in stati, la Russia deve fare i conti con chi vuole la propria indipendenza. Stesse radici ma necessità diverse, voglia di decidere da soli. Per sempre con i carri armati non si può sedare indipendenze, rivolte.
L’autodeterminazione di un popolo è un diritto: è nobile.
Ma le guerre civili devono essere risolte da chi vi appartiene. Le intromissioni esterne sono disturbi. Minano equilibri.
Invece da un momento all’altro l’Ucraina è diventata come se fosse la Francia. E tutta l’Italia si è sintonizzata su di lei.
Bambini piangenti, aiuti portati su qualsiasi mezzo, piogge di bombe e stermini passano in ogni canale televisivo. In ogni giornale, in ogni maratona video.
Si è cominciato con la caccia alle streghe: guai a chi solo per un attimo voleva chiarire da che parte ci fosse il torto e la ragione. Se ci fossero attenuanti.
Anni di guerre ingiuste, soprusi si sono frantumati su questa invasione. E’ diventata la nostra invasione. La nostra causa.
Solo il papa, lui solo parla con voce giusta.
Il governo italiano tutto si è buttato e vuole buttarci dentro questa guerra.
Ma non è la nostra. Ci sono state tante guerre non nostre che abbiamo lasciato correre per la loro strada.
Forse è egoismo, non so. Certo non si può star dietro a tutte.
La cosa che mi ha destabilizzato, lo ammetto è questo silenzio. Questo governo che manda armi, decide di stanziare soldi per riarmarsi, come se la guerra fosse in casa e sparisce tutto: il buon senso, i diritti degli italiani. Non si osa sentire una voce avversa. E’ questo timore che mi inquieta, Questa propaganda unilaterale. Questa escalation inevitabile.
Perché?
Non lo so. Non si dice.
Si mandano spezzoni di video giochi e si dice che è la guerra. Paesi rasi al suolo e non sappiamo realmente da chi.
Qui tutto tace.
I telegiornali sono inguardabili: sembra di essere in un regime totalitario.
Persone della TV su cui ti eri fatto una ottima opinione, le senti dire:
“Tanto alla fine vinceremo noi siamo in 40 contro la Russia”.
Io non voglio né vincere né perdere semplicemente perché non sono in guerra.
Gli italiani non sono in guerra. L’Italia è unificata, sì abbiamo avuto dei problemi con l’Alto Adige che ancora
pungono. Stop.
Ma che succede: il governo è impazzito? Sotto che ricatto siamo?
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